È ancora in sperimentazione all’Istituto Jenner di Oxford ma sono già stati raggiunti accordi per 400 milioni di dosi del potenziale vaccino. Lo fa sapere la multinazionale Astrazeneca, annunciando che le prime consegne potranno avvenire già a settembre. Si tratta del vaccino anti-Covid in sperimentazione in Inghilterra, al quale collabora anche la casa italiana Advent-Irbm di Pomezia. Nello sviluppo sono entrati anche gli Stati Uniti, con un finanziamento di oltre un miliardo di dollari dell’Autorità Usa per la ricerca biomedica avanzata (Barda). La multinazionale farmaceutica, che si occuperà dello sviluppo, produzione e distribuzione, ha fatto sapere di poter assicurare una capacità di 1 miliardo di dosi nel 2020 e 2021.

I primi risultati della sperimentazione clinica di fase 1 sull’uomo erano stati molti positivi. A darne notizia il presidente di Irbm Pietro di Lorenzo, che aveva rassicurato sulle buone condizioni di salute dei volontari. La prima fase era partita il 23 aprile e il vaccino era stato somministrato a un campione di 510 volontari sani, mentre altri 510 sono stati trattati con una soluzione placebo. Di Lorenzo aveva spiegato che si era ritenuto di passare direttamente alla sperimentazione clinica sull’uomo perché era stata “sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio, che sono stati particolarmente efficaci”.

La casa farmaceutica AstraZeneca, che si è unita successivamente al progetto Oxford-Pomezia, aveva anticipato di puntare a diffondere 100 milioni di dosi entro la fine dell’anno. Un obiettivo rivisto al rialzo, evidentemente, dalla multinazionale. “Questa pandemia è una tragedia globale. Dobbiamo sconfiggere il virus insieme. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per rendere questo vaccino disponibile velocemente e su larga scala”, ha commentato Pascal Soriot, Chief Executive Officer di Astrazeneca.

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