Contro l’influenza i medici di medicina generale hanno già vaccinato 600mila pazienti. Lo comunica una nota della Fimmg Roma e Lazio.
Cresce inoltre l’attività domiciliare di contrasto al coronavirus da parte delle Uscar (Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale). Solo ieri sono state fatte 70 visite. Delle 17 Unità mobili in azione oggi, quattro sono dedicate esclusivamente a visite a casa di pazienti per sospetto Covid o controlli di positivi. Costituito un gruppo a supporto dell’Ares che ha già evitato decine di ricoveri e utilizzo di ambulanze.
Nello stesso tempo presso lo Spallanzani è in corso la formazione di 50 medici per attivare le cosiddette Uscar 2.0, destinate a svolgere solo visite domiciliari. Le restanti Unità oggi hanno come target scuole, licei a strutture per anziani. Il compito è soprattutto quello di fare tamponi rapidi ma anche visite e valutazioni cliniche. Il personale sanitario in trincea è 40 dottori e 20 infermieri.
Intanto 3650 medici, oltre il 90%, di quelli di medicina generale attivi nel Lazio sono operativi sul fronte antinfluenzale e collegati con il sistema regionale. Ad oggi hanno vaccinato 600.000 persone, partendo, come da protocolli , dalle categorie più fragili ed esposte come gli anziani. Molti delle vaccinazioni, in particolare, sono state fatte a domicilio per evitare lo spostamento di pazienti a rischio o con più patologie.
I medici di medicina generale faticano perciò a capire a cosa si riferisca il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, che pure dovrebbe rappresentarli e supportarli, nelle sue confuse critiche all’azione delle Uscar.
“E’ desolante prendere atto – scrivono in una nota – che dopo tre anni di presidenza sembra non avere più cognizione del lavoro e dei rischi che si caricano i medici, giovani e veterani per fronteggiare il Covid, e solo per rendere onore al lavoro che hanno scelto, curare le persone. Più facile e comodo giudicare dal palazzo”.