“Imputare al Cts responsabilità di una situazione figlia delle sofferenze imposte al sistema sanitario italiano nei decenni passati è, non solo scorretto, ma direi disonesto. Dov’erano questi esperti di gestione delle emergenze dell’ultima ora, quando venivano tagliati ospedali pubblici e letti di terapia intensiva, quando la politica penalizzava il sistema di sanità pubblica. Non ricordo le voci di questi nuovi urlatori di professione alzarsi forti per denunciare i tagli”.

A dirlo al Corriere della Sera è Agostino Miozzo del Comitato tecnico scientifico, accusato di aver “coperto” gli errori del governo. Per Miozzo il Dpcm “risponde alla situazione attuale del Paese che è in rapidissimo peggioramento”.

Secondo l’esperto, è necessario orientare i comportamenti dei cittadini al rispetto rigoroso del distanziamento, alla riduzione di tutti i contatti a rischio, alla limitazione di tutte le possibili occasioni di contagio. “È la gradualità di comportamenti da mettere in atto come ultimo tentativo per evitare la ben più dolorosa decisione del lockdown generale”.

Riguardo il trasporto pubblico, Miozzo ha spiegato che da aprile il Cts chiede di “attuare ogni misura per ridurre i picchi di utilizzo del trasporto pubblico” ma non è stato fatto abbastanza.

Riguardo l’importanza di Immuni: “Se vuoi entrare in Università devi avere l’applicazione. So di andare contro la libertà dei singoli e i diritti costituzionali, ma dobbiamo convincerci che il bene dell’intera comunità passa anche dalla riduzione, tutto sommato marginale, di alcuni aspetti delle nostre libertà. Con una notifica di Immuni scatta l’isolamento e si interrompe la catena del contagio”.

E alla domanda “tra quanto tempo sapremo se le misure funzionano” Miozzo risponde così: “Almeno due settimane, poi saremo pronti per decidere se abbiamo raggiunto il limite non compatibile e si deve passare ad un intervento più radicale come quello che abbiamo già dolorosamente sperimentato a marzo e aprile”.

 

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