C’è chi lavora per recuperare una chiesa diruta, ormai ridotta a segnale stradale per chi è uso percorrere la Tiberina prima di Nazzano. Lo stanno facendo i ragazzi della locale “Associazione giovanile ON“.
Hanno intrapreso un lavoro di salvaguardia dell’edificio attraverso il taglio degli arbusti che vi crescevano all’interno e che rischiavano di danneggiare ulteriormente la struttura. Al loro fianco l’Amministrazione comunale, che ha avviato la ricerca dei fondi necessari per il restauro e quindi il recupero della struttura.
La chiesa dedicata a S. Valentino, il santo dell’amore forse originario di Terni, è stata frequentata fino alla metà dell’ottocento come meta delle processioni in occasione della festa di S. Antimo, patrono di Nazzano. Poi l’abbandono. Grazie ai preziosi documenti conservati nell’Archivio Storico Comunale ‘Marina di Giacinto’, è possibile restituire un profilo storico della chiesa situata alle porte di Nazzano a ridosso del bivio per Civitella S. Paolo.
Edificata nel 1665
L’attuale chiesa di San Valentino di Nazzano è un rudere, con il tetto completamente collassato ma con il pavimento ancora integro e realizzato con esagoni in materiale cementizio di colore rosso. E’ stata edificata nel 1665 nello stesso luogo dove esisteva una cappella della Madonna di S. Valentino. Le mura perimetrali sono ancora piuttosto stabili e sia all’esterno che all’interno rimangono dei lacerti di decorazione architettonica. Sotto al piano di calpestio dovrebbe essere presente una grande cripta che ospita le spoglie dei nazzanesi precedentemente sepolti nell’antico cimitero e qui trasferiti in occasione della costruzione di quello nuovo. Nell’elenco dei luoghi di culto della zona, conservato presso l’abbazia di Farfa (Regesto di Farfa), troviamo numerosi riferimenti a diverse chiese dedicate a S. Valentino. Una delle quali è ricordata come Fundum Pontianum ubi est aecclesia Sancti Valentinii, in un documento del 904, che con molta probabilità si riferisce alla chiesa di San Valentino.
Un punto di sacro che sta li da prima dell’anno 1000
Dal libro della Confraternita dell’Assunta sappiamo che all’interno della chiesa era conservato il sasso con l’impronta del ginocchio di San Valentino. L’esistenza di una chiesa precedente a quella seicentesca è suggerito oltre che dalla base muraria esterna sottostante la fabbrica attuale, anche dai pezzi di muratura di reimpiego tra cui risalta un frammento di marmo iscritto di epoca romana e murato nella facciata. Nel brogliardo del catasto Gregoriano del 1819 la chiesa di San Valentino figura come proprietà della Compagnia della Madonna dell’Assunta di Nazzano.