L’aria della Valle Tiberina tra Fiano Romano, Capena  e Castelnuovo di Porto è avvelenata.

Da 13 anni la valle vive avvolta in una nube composta da polveri sottili e biossido di azoto oltre ogni limite di legge.

Lo stesso discorso vale per il territorio di Formello, Sacrofano e Campagnano sulla direttrice Cassia e per Monterotondo e Mentana verso la Salaria.

A dirlo non è il solito allarme di ultrà ambientalisti, ma una condanna della Corte europea di Giustizia che nella sentenza 644/18 del 2020, sottolinea come fino ad oggi non è stato fatto nulla per correre ai ripari.

Secondo la Commissione europea, “dal 2008 l’Italia ha superato, in maniera sistematica e continuata, nelle zone interessate, i valori limite giornaliero e annuale applicabili alle concentrazioni di particelle PM10  e non ha adottato misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati per le particelle PM10 nell’insieme delle zone interessate”.

Le Regioni coinvolte in questa sentenza sono: Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.

Nel territorio della provincia romana i comuni sono 43, tra questi Morlupo, Castelnuovo di Porto, Riano, Capena, Fiano sulle direttrici Flaminia-Tiberina, Monterotondo, Mentana sulla direttrice Salaria, ma confinanti con l’area del Tevere,  e Sacrofano Formello e Campagnano sulla Cassia.  

 

Nel 2015 messa in mora per gli ossidi di azoto

Ma c’è di più.  Il 28 maggio 2015 la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora relativa alla qualità dell’aria, con riferimento al mancato rispetto dei valori limite di biossido di azoto (NO2) in 15 zone e agglomerati localizzati nel territorio delle regioni Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia e Toscana.

La Commissione “contesta anche la mancata attuazione di misure appropriate per garantire la conformità ai pertinenti valori limite di NO2 (in particolare, per mantenere il periodo di superamento il più breve possibile)”. I comuni sono sempre gli stessi. Come è noto le particelle di  Pm 10 sono prodotte da traffico veicolare, sono una polvere inalabile e quindi man mano che diminuisce la sua dimensione supera le naturali barriere del nostro corpo, si deposita nei bronchioli, in fondo ai polmoni fino agli alveoli e quindi entra in circolo nel sangue.

Gli ossidi di azoto invece sono prodotti principalmente, anche se non solo, dagli impianti di riscaldamento e producono danni alle piante, riducendo la loro crescita, e ai beni materiali: corrosione dei metalli e scolorimento dei tessuti. Siamo dentro questa nuvola da oltre dieci anni anche se i più pensano di vivere nella campagna amena.

Certo è difficile pensare che la valli interne di tutti i comuni citati producano e siano coperte da questa coltre  tossica, più probabile che lo siano porzioni di territorio dove più pesanti sono le interazioni antropiche, e cioè  zone industriali, commerciali, aree logistiche. 

 

Nel 2020 il Ministero dell’Ambiente stanzia 30 milioni 

Costretto dalla sentenza della Commissione europea, il Ministero dell’Ambiente nel 2020 ha varato un decreto di Riforestazione urbana, in pratica la creazione di foreste nelle città metropolitane per pulire l’aria.

Per il biennio 2020-2021, sono stati messi a disposizione 30 milioni, 15 per ogni anno, destinati in via esclusiva alle aree avvelenate oggetto delle procedure di infrazione comunitaria. I progetti dovevano essere presentati da Aree e  Città Metropolitane. Il limite massimo del finanziamento per ciascun progetto è fissato a 500 mila euro. Lo scorso luglio sono stati assegnati i 15 milioni del 2020. Nessuno è nell’area nord della provincia.

I piani finanziati sono trentaquattro: quattordici per le città metropolitane e ulteriori venti secondo il punteggio acquisito. Nell’elenco relativo all’hinterland romano appaiono solo tre proposte approvate: due nel perimetro capitolino, Torre Spaccata e Pietralata, e uno a Tivoli. Per il nostro comparto non risulta siano stati presentati piani di rimboschimento.  Perso il primo treno, c’è spazio nel secondo del 2021. 

Mancano gli alberi, ma crescono gli insediamenti produttivi

C’è urgenza di alberi, piani concreti e finanziabili perché la nube tossica è destinata a rafforzarsi. Nei circa 2500 metri della Tiberina che vanno dall’area industriale di Fiano Romano alla rotonda di Castelnuovo, sono in atto investimenti per nuovi e vasti insediamenti logistici.

A Fiano, Amazon sta già costruendo il suo mega impianto mentre nell’area di Capena, dopo l’interramento pietoso dei resti archeologici di S. Marta, c’è spazio per un nuovo centro commerciale nella vasta area non vincolata; nelle terre sospese e cave vuote di Castelnuovo di Porto, a ridosso della rotonda del casello, si va costruendo un polo di grandi dimensioni. Da dire che in questo caso le autorizzazioni concesse prevedono interventi ambientali con la piantumazione di alberi.  Bisognerà vedere se le prescrizioni saranno rispettate.  

 

Solidea Scarafoni

Solidea Scarafoni è una giovane donna residente a Fiano che si interessa di politica e della sua terra, milita nei cinque stelle. È lei ad aver sollevato queste coperta di silenzio sul grave inquinamento che grava sui nostri comuni.

“Non mi interessa la polemica – dice – questi dati sono ufficiali e noti a tutti. Lo abbiamo denunciato anche in campagna elettorale. Ma  occorre intervenire e subito, perché qui non siamo di fronte ad una denuncia di parte ma a fatti oggettivi e gravissimi e cioè che da anni  questa piccola parte della Valle Tevere l’inquinamento dell’aria che respiriamo è fuori controllo.

I Comuni non hanno competenze sufficienti per elaborare progetti e questo genera un allarme ulteriore. Bisogna lavorare su più fronti come quello della Comunità energetiche, per esempio, e bisogna farlo subito, non c’è più tempo”.

Diversamente si dovrà fare buon viso a cattiva aria, accettare di farsi uno spritz  all’aperto nei locali di questo tratto della Tiberina, come nuovi “Calindri” e il suo storico amaro,  sapendo però, a differenza di lui, che si sta sorseggiando un drink seduti a cavallo di un nube di veleni. A favore del logorio della vita moderna.  

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