Il dono è sorpresa nella gratuità gentile.

Il Dono

Ci hanno insegnato quanto sia bello a Natale essere, anzi diventare, tutti più buoni. E se questo suggerimento fosse solo un compromesso ben impacchettato da mettere sotto l’abete il 24 dicembre?

Bontà, regalo, sorpresa: tre parole che nell’immaginario collettivo vengono collegate, quasi immediatamente, al tema del “dono”. Proviamo a riflettere sulla quantità di volte che ci sia capitato di ascoltare o persino di pronunciare frasi simili al “se non fai il bravo poi babbo natale non ti porta i regali”. Se poi ci volessimo scollegare dalla fotografia delle lucine che si accendono al ritmo di jingle bells, chiudete gli occhi e pensate ai vostri compleanni, alle attese, al “se sono ok riceverò un regalo ok”.

Ma il dono è gratuità. Nell’etimologia della parola (dal latino donum – atto del donare e dal greco doron – regalo) il dono è ciò che si dà altrui volontariamente senza esigere prezzo o ricompensa, o restituzione. Come possiamo combinare, alla luce delle più recenti ricerche educative che ci invitano ad un dialogo consapevole con i nostri figli ma anche fra pari, la gratuità del dono al saper ricevere un regalo?

Ripartendo proprio dall’origine della parola stessa. Questo è l’allenamento sul quale potremmo concentrare le nostre energie leggendo fra queste righe. Cosa possiamo donare che rappresenti realmente noi stessi e l’azione della gratuità? “Semplicemente” un pezzetto di noi stessi.

Facile a dire vero? Ma come tradurlo in azione? E come passare questo concetto dal sapore di un valore eterno ai nostri bambini?

Indizio numero uno: approfittando dell’imminente festa natalizia potremmo mettere sotto l’albero, accanto ai regali “convenzionali”, un pacchetto contenente un pensiero scritto inedito, unico, da donare a ciascuna delle persone alle quali abbiamo destinato un regalo. E chiedere agli altri di fare lo stesso. Uno scambio di riflessioni e intenzioni che chiedono tempo e come ci insegna Momo, nell’omonimo romanzo di Michael Ende, chi regala un po’ del proprio tempo sta regalando un pezzetto del proprio cuore.

Indizio numero due: alleniamoci a donare una cosa che ci appartiene, che non è un esercizio elegante al riciclaggio autorizzato ma è piuttosto scelta di generosa gratuità e del saper “lasciar andare” che è sicuramente azione più preziosa di qualsiasi dono pre-confezionato.

Indizio numero tre: rompiamo gli schemi e aboliamo per sempre il binomio natale uguale bontà. Se vogliamo permetterci di chiedere ai nostri bambini e alle nostre bambine di essere buoni, iniziamo ad essere noi adulti i primi rappresentanti ufficiali del senso del dono. La letterina per babbo natale sia un dono per babbo natale stesso che gli consegni chi siamo o cosa ci piace fare ad esempio, che ci interessi persino al come stia proprio lui, vecchietto senza tempo di rosso vestito. Babbo natale in fondo è magico. Lui sa cosa donarci senza che noi glielo chiediamo, o no?

Le riflessioni e le suggestioni che condividiamo in questo spazio non sono le istruzioni per l’uso di un mobile ikea e nemmeno la posologia del bugiardino dalla piega migliore. Sono riflessioni educative che il qui ed ora, la fretta del tempo che rincorre il tempo, le mode e le insicurezze non ci permettono di far sedimentare dentro ciascuno di noi.

Il mio dono per voi è suggerirvi titoli di albi illustrati che ci invitano a riflettere sulla meraviglia che abbiamo dentro di noi. Donare è un gioco da giocare ogni giorno.

Questo posso farlo di Satoe Tone, una storia poetica e delicata per insegnarci che ciascuno possiede il proprio unico modo di volare.

Il regalo di Agnès Laroche e Stéphanie Augusseau per lasciare che il mistero del dono affascini grandi e piccini.

Tico e le ali d’oro di Leo Lionni una fiaba che coniuga perfettamente il senso del dono al senso della gratuità.

Vietato agli elefanti di Lisa Mantchev: e se il dono fosse incontrare amici speciali?

Buon Natale, Orso! di Bonny Becker per sorridere insieme sui doni che non ci piacciono e quelli che vorremmo in assoluto.

 

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