Il 22 aprile e il 6 maggio, presso il Tar del Lazio, inizierà la (lunga) battaglia contro la discarica di Magliano Romano.
In quella sede si valuteranno le istanze cautelari, cioè la richiesta di sospensiva, della decisione regionale di cambiare la destinazione d’uso della discarica da inerti a rifiuti pericolosi.
Le istanze
La discussione della prima, presentata a firma dell’Associazione Ecologica Monti sabatini, è fissata per il 22 aprile, la seconda presentata dal Comune di Magliano Romano, invece è calendarizzata per il 6 maggio. E’ quasi certo che l’esame dei due fascicoli sarà unificato.
Non è ancora la fase del giudizio di merito ma, per così dire, una richiesta di fermare il gioco. Vedremo cosa deciderà il Tar.
I sindaci dell’area Cassia, Flaminia e Tiberina, da parte loro, presenteranno il ricorso annunciato nei prossimi giorni. Il tempo a loro disposizione scade proprio il 22 aprile.
Dubbi dell’Arpa su percolato
Intanto il dossier contro la discarica si arricchisce di nuovi capitoli. “L’Associazione Ecologica Monti Sabatini” segnala, come raccontato a Repubblica che: “Anche nell’ultima relazione dell’Arpa, del 25 marzo, si ribadisce il superamento delle soglie di concentrazione dei valori d’inquinamento, dei fluoruri, accertato a luglio, delle vicine falde acquifere. L’Arpa ha osservato che la società ha fornito valori dal cui esame non è possibile trarre conclusioni e che servirebbero ulteriori misurazioni”.
Ma non basta: secondo la proprietà, l’impianto non ha mai prodotto “percolato”, liquame derivato dall’acqua che attraversa i rifiuti, se non nel 2016. L’Associazione contesta il dato perché negli anni interessati sarebbe piovuto il doppio di quanto dichiarato nei documenti presentati dall’Azienda.
Dunque l’Arpa ha forti dubbi, la Asl Rm 4 nel novembre 2021 ha espresso parere negativo, come pure il Parco di Veio e tutti i comuni. Gli unici graniticamente certi della bontà della scelta di Magliano Romano come nuova Malagrotta, sono, ad oggi, solo i tecnici della Regione Lazio.