La ferrovia Roma Nord da Montebello a Morlupo resterà chiusa per tutto il tempo necessario ai lavori previsti per il raddoppio del tratto tra Riano e l’attuale stazione di Magliano Romano.

Le opere saranno divise in due lotti, il primo da Riano a Castelnuovo, il secondo fino a Morlupo (liceo Margherita Hack). I lavori dureranno 18 mesi ed inizieranno, non a gennaio, ma in un un vago lasso di tempo compreso nel primo trimestre 2025. Probabilmente a marzo, visto che mancano ancora alcuni passaggi, come il via libera al progetto da parte della Conferenza dei servizi e gli adempimenti successivi relativi, per esempio, all’occupazione di terreni.

Le linee Cotral sostitutive saranno costituite da tre pullman per ognuna delle corse soppresse, ovviamente sia all’andata che al ritorno. Resta in sospeso l’ipotesi di costituire una cabina di regia con i sindaci per seguire i lavori, proposta non ben vista dall’assessorato.

Nessun intervento previsto per ovviare ai problemi di viabilità sulla Flaminia connessi all’apertura dei cantieri, nessuna risposta rispetto alle criticità che l’avvio dell’opera provocherà alle attività produttive.

Sindaci delusi, per i pendolari un calvario di tre anni 

Questo il quadro che l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Fabrizio Ghera (FdI), ha comunicato ai sindaci dell’area Flaminia ricevuti oggi dopo una loro pressante richiesta di chiarimenti. La dialettica tra Enti locali e Regione, necessaria per gestire le ripercussioni su cose e persone di un’opera così complessa, è apparsa ai minimi termini.

Prevale in Regione una logica dirigistica, tanto che alla riunione non sono stati invitati protagonisti di primo piano per quanto riguarda le loro funzioni sul territorio: l’Autorità Metropolitana (ex Provincia) e l’Anas, che ha la gestione della Flaminia. I sindaci sono usciti dalla riunione assai perplessi e delusi, soprattutto perché l’approccio regionale è apparso notarile. Per esempio l’affermazione che i lavori dureranno solo 18 mesi è considerata da tecnici e amministratori locali una semplice affermazione di rito, in realtà dureranno almeno il doppio, a parere degli esperti.

Opere complesse come il sottopasso nel tratto tra Riano e Castelnuovo di Porto comporteranno notevoli disagi per il traffico veicolare sulla consolare, per ristoranti e alberghi e, ovviamente, per gli stessi pendolari. Il blocco della ferrovia produrrà il transito di 54 mezzi Cotral al giorno, secondo il piano accennato oggi ai sindaci ed appena abbozzato da Cotral. I pendolari provenienti da Viterbo e soprattutto da S. Oreste e Rignano, per esempio, per tutto il tempo dei lavori dovranno scendere dal treno e prendere il bus fino a Montebello. Un calvario.

Molte domande rimaste senza risposta 

L’incontro non ha fornito risposte a molte domande. L’impressione è che l’apertura dei cantieri è l’unico obiettivo regionale. Il caos che produrrà in tutto il quadrante Flaminio non viene preso in carico dalla Regione che, in merito, ha dimostrato di non essere interessata a governare il processo. Attutire l’onda dello tsunami “raddoppio e ammodernamento Roma Nord” secondo l’assessore Ghera, toccherà ai sindaci, alle ditte che eseguiranno i lavori, all’Anas. Insomma è affar loro. Cioè, affar nostro. 

Duro il commento del Comitato pendolari

Dura la presa di posizione del Comitato pendolari: ”Il Comitato Pendolari – afferma Fabrizio Bonanni, Presidente del Comitato Pendolari RomaNord – esprime la propria assoluta contrarietà alla chiusura della tratta extraurbana della Roma-Viterbo per le opere di ammodernamento e di raddoppio, troviamo inaccettabile che per raddoppiare 5 km di binario si debba sospendere l’esercizio su circa 20 km di linea. Come avviene in tutto il mondo, si può operare in soggezione d’esercizio, anche attraverso cantieri notturni. È deludente constatare che la Regione, Cotral e Astral non abbiano preso in considerazione le nostre richieste. I Pendolari devono poter viaggiare: è impensabile sostituire il servizio ferroviario con un numero spropositato di autobus al giorno per raggiungere Roma, considerando che le vie Cassia, Tiberina e Flaminia sono già congestionate e ingestibili fin dalle 7:00 del mattino. Speriamo, altrimenti troveremo altri modi per farci sentire, che venga trovata una soluzione più adeguata alle esigenze dei pendolari, che pagano biglietti e abbonamenti non per andare a piedi, ma per muoversi con il treno”.  

l’Associazione TrasportiAmo contraria a chiusura

Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente dell’Associazione TrasportiAmo, David Nicodemi, che aggiunge: “Astral ci ricasca e torna a proporre, come unica soluzione, nell’incontro presso l’assessorato ai trasporti della Regione Lazio coi Sindaci dell’area interessata e Cotral, la sospensione dell’esercizio di 16,5 km di linea, da Montebello a Morlupo, più della lunghezza della tratta urbana. E lo fa a scatola chiusa, senza permetterci di consultare il progetto definitivo per comprendere, soprattutto, la tipologia degli interventi e il loro cronoprogramma, né in quali momenti questi interverranno effettivamente sul binario di corsa. Come già espresso dagli amici del Comitato, ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a questa decisione, convinti che le opere di ammodernamento e raddoppio possano essere realizzate in soggezione d’esercizio, come sta facendo Italferr e RFI sulla FL2 tra Lunghezza e Guidonia Montecelio. Inoltre, dai nostri calcoli è emerso che, per sostituire solamente 8 treni Flaminio-Catalano e viceversa, attivi nei giorni lavorativi (dal lunedì al sabato) nelle ore di punta – 4 al mattino e 4 al pomeriggio/sera – sarebbero necessari circa 94 autobus, con una media di 11,7 bus per ciascuna corsa. Una soluzione insostenibile dal punto di vista logistico e ambientale, che non può essere accettata”.

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