“C’era una volta Cenerentola” arriva sul palco del Teatro Olimpico dal 10 al 13 ottobre con il Balletto di Roma. Dopo il primo debutto al Festival di Civitanova Danza nel 2006 e l’ultima ripresa in scena al Teatro Massimo di Palermo nel 2016 con Anbeta Toromani e Josè Perez, in questa stagione teatrale 2024/25 il Balletto di Roma riaccende i riflettori su una delle sue produzioni di maggior spessore artistico, che ne hanno decretato negli ultimi decenni la cifra stilistica nel panorama della danza internazionale.

Nel riallestimento 2024 di “C’era una volta CENERENTOLA” non cambiano l’atmosfera, il sapore, l’ambientazione e i valori di una preziosa coreografia del repertorio del Balletto di Roma. L’opera torna in scena con una danza cui bastano pochi tratti di riferimento per proiettarsi in temi d’attualità, colti con umana sensibilità dalla personalità unica della giovanissima Marisol Castellanos che nell’ultima edizione di Amici 2023 ha potuto mostrare le sue straordinarie potenzialità artistiche rimesse di nuovo in scena dal coreografo Fabrizio Monteverde in questa particolare versione coreografica, che tende a far conoscere e avvicinare tutte le nuove generazioni al repertorio del Balletto di Roma.

C’era una volta Cenerentola

Secondo Monteverde quella di Cenerentola è una storia apparentemente semplice. Rivalità tra sorelle, desideri inespressi che finalmente si realizzano, la virtù premiata anche se vestita di stracci, la punizione per i malvagi e gli sfruttatori. In realtà sotto questa superficie lineare e apparentemente trasparente si nascondono dei complessi sentimenti inconsci, alla base del successo della storia di Cenerentola nel corso dei secoli. Essi tracciano il percorso di crescita e di sviluppo della personalità, fino alla piena realizzazione del sé. È una fiaba che continua a parlare di adolescenza, della fatica di crescere specialmente per chi è ai margini, delle prove da superare per raggiungere l’autonomia. Ma anche e soprattutto del ruolo effimero dell’immagine esteriore, come parametro considerato ieri come oggi – il “c’era una volta”, ma che oggi c’è ancora – fondamentale per potersi affermare nella vita e nelle relazioni sociali.

“C’era una volta Cenerentola” di Fabrizio Monteverde, come tutte le sue famose rivisitazioni di grandi classici, tende a svuotare l’antica favola da tutti gli elementi più noti, conosciuti attraverso i balletti di repertorio e la filmografia recente. Rovescia la tipica ambientazione fiabesca in un mondo crudo e opprimente, ma che alla fine sfociano in una profonda e innocente introspezione. Nel linguaggio del coreografo c’è richiamo all’ingiustizia, voglia di emancipazione e insieme quell’umiltà destinata a durare per sempre. La convinzione che questi valori possano esplodere ed esprimersi in sentimenti puri e folli come l’amore e la felicità, trasuda in tutto lo spettacolo dalle luci ai costumi e al trucco, sino all’originale scenografia.

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Il Balletto di Roma

La Compagnia del Balletto di Roma promuove da sempre la produzione e la diffusione della danza d’autore italiana in Europa e nel mondo. Il suo repertorio rimane attento oggi all’innovazione e alla ricerca, fondata sulla storia e la tradizione che lo hanno reso famoso. Il Balletto di Roma nasce nel 1960 dal sodalizio artistico tra due icone della danza italiana: Franca Bartolomei e Walter Zappolini.

Nei suoi 62 anni di vita ha visto susseguirsi prestigiose collaborazioni e molteplici anime creative. Queste hanno contribuito a far crescere l’attività produttiva sia in termini di quantità che di qualità delle opere allestite, con un crescente consenso di pubblico. Con il passare del tempo la Compagnia romana ha costruito un modello produttivo unico nel suo genere in Italia. E’ volto alla preservazione del repertorio e al rinnovamento dello stesso, attraverso il sostegno della creatività coreografica e il mantenimento del livello tecnico e interpretativo dei danzatori.

L’attuale profilo artistico della struttura è frutto dell’attività manageriale di Luciano Carratoni, direttore generale del Balletto di Roma. Fin dai primi anni duemila ha affidato gli orizzonti artistici a personalità della danza italiana e internazionale: da Franca Bartolomei e Walter Zappolini, a Cristina Bozzolini e Roberto Casarotto. Ha poi messo in atto dal 2018 un significativo cambio generazionale al vertice della struttura, nominando alla
direzione artistica Francesca Magnini. La nuova figura artistica ha rafforzato gli schemi e ampliato gli obiettivi d’internazionalizzazione coinvolgendo enti e istituzioni, attive in questo importante processo di crescita. Ciò ha permesso di coniugare al meglio la tradizione con l’innovazione e di sviluppare la presenza della Compagnia in Europa e nel mondo.

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