di Maria Vittoria Massarin
La solitudine è una parte fondamentale dell’esistenza umana, quasi imprescindibile da essa. Molti psicologi consigliano addirittura un minimo di 15 minuti al giorno da soli per poter combattere lo stress e per sentirsi meglio.
Nell’ultimo periodo però ha cominciato a fare breccia nei giovani un fenomeno importato direttamente dal Giappone: l’hikikomori. C’è chi parlandone ha detto “Ho iniziato ad incolpare me stesso, ed i miei genitori hanno iniziato a biasimarmi perché saltavo scuola. La pressione ha cominciato ad accumularsi, gradualmente ho cominciato ad aver paura di uscire e di incontrare persone. E poi non sono più riuscito ad uscire da casa mia”. Molti dei comportamenti che contraddistinguono gli adolescenti che rientrano nella deifnizione del termine “hikikomori” consistono nel dormire durante il giorno, così da ridurre al minimo i contatti con il mondo esterno, e stare svegli durante la notte.
Tamaki Saito è stato uno fra i primi psichiatri a dare un nome al fenomeno ed a occuparsi di adolescenti affetti da questo problema, nei primi anni 90 infattii molti genitori gli chiesero di curare i figli, che erano reclusi da mesi, alcuni anche da anni. I più cinici penseranno che sia solo una cosa passeggera, adolescenziale. Gli studi di Saito però hanno dimostrato che questi adolescenti soffrono di radicate paure sociali che albergano nella loro mente facendo sì che i possessori inconsapevoli delle chiavi per uscire dalla prigione che li circonda siano proprio loro.
In Italia il fenomeno si sta diffondendo in modo graduale, ma non abbastanza lentamente da passare inosservato. Sono quasi 100mila i ragazzi che nel nostro paese vivono passando gran parte della loro giornata senza avere contatti col mondo esterno. “Hikikomori Italia”, una ONLUS che si occupa del fenomeno, si è prefissa come obiettivo primario l’apertura di sportelli di supporto psicologico, ma si impegna anche affinchè questa situazione non venga paragonata ad altre già esistenti, perché non lo è, e necessita di procedure adeguate ai bisogni di questi ragazzi.
Anche il MIUR, tramite il suo portavoce, nel corso del seminario “Hikikomori: il ritiro sociale degli adolescenti e la scuola come risorsa”, tenutosi presso il liceo scientifico Azzarita di Roma lo scorso maggio, ha fatto sapere che provvederà ad inviare una circolare a tutte le scuole per poter garantire un’istruzione domiciliare in questi casi, senza però specificare una data di partenza.