RUBRICA SPECIALE
Di Maria Vittoria Massarin
Succede che nel 1744 a Londra nasceva Sotheby’s, una casa d’aste che nel 1955, aprendo una sede anche a New York, diventava la prima del suo genere ad avere una dimensione internazionale e negli anni successivi la prima a tenere aste in Cina, India e Francia.
Succede poi che Sotheby’s un anno fa decide di organizzare un’asta speciale ed unica nel suo genere, per celebrare una data altrettanto speciale: il 48esimo anniversario dello sbarco lunare dell’Apollo 11. Per un totale di quasi quattro milioni di dollari infatti, il 20 luglio 2017, sono stati venduti più di 160 lotti di oggetti provenienti da programmi spaziali americani e sovietici per celebrare l’anniversario dell’allunaggio. Fra le centinaia di oggetti andati all’asta c’erano anche il report ufficiale in inglese del primo volo nello spazio di Yuri Gagarin, i piani di volo delle missioni Apollo 11 e 13, libri autografati, modellini, tute spaziali e molto altro.
Quello più ambito fra tutti era senza dubbio il lotto102, la “Contingency Lunar Sample Return Bag” di Neil Armstrong, una piccola borsa bianca usata dall’astronauta durante la missione Apollo 11 per portare sulla terra delle piccole rocce lunari, venduta all’asta per 1.8 milioni di dollari.
A poco più di un anno di distanza, Sotheby’s il 29 novembre ha indetto un’altra asta per celebrare il 50esimo anniversario della missione Apollo 8, la prima della storia ad orbitare intorno al nostro satellite. Il lotto di punta in questo caso è il 63, ancora più unico e speciale di quello dell’asta precedente: è stato infatti venduto per 855mila dollari un campione di rocce lunari riportato sulla terra dalla missione sovietica Luna-16, l’unica vendita legale di questo genere.
All’asta sono andati anche oggetti di rilevanza scientifica probabilmente minore, ma non per questo da sottovalutare. Sono stati venduti per esempio alcuni dipinti di Alan Bean, la quarta persona a mettere piede sulla Luna che dopo aver partecipato alla missione Apollo12 decise di lasciare la NASA e dedicarsi alla sua vera passione. L’ex astronauta era solito dedicarsi alla creazione dei suoi dipinti in modo da declinare entrambe le sue due essenze, quella dell’artista e quella dell’astronauta. Per questo spesso
preparava le tele coprendo pezzi di compensato per aerei con uno spesso strato di acrilico, poi usando una replica delle suole degli stivali usati per andare sulla luna ed il vero martello in metallo della missione Apollo 12, creava una nuova superficie alla tela. Uno dei suoi quadri più famosi, “My brother, Jim Irwin”, è stato venduto a 37500 dollari.
Sarebbe quasi il caso di dire che “ce n’è per tutti i gusti” se non fosse per i prezzi: si parte
infatti da numeri a 3 cifre (come il “Saturn V Moon Rocket”, firmato da vari astronauti delle missioni Apollo 9, XII, 13 e 15, il cui prezzo d’asta partiva da 800 dollari, acquistato invece per 3500) fino ad arrivare al tanto atteso lotto 63, per il quale la stima arrivava addirittura a toccare il milione di dollari.