Amazon per tirar su il nuovo centro a Fiano Romano è stata autorizzata a sfrattare un piccolo fiume, il Pratalata. Poco più di un rigagnolo, eppure vivo. Hanno subito stessa sorte fiumi ben più maestosi, si dirà, ma per realizzare grandi opere di interesse pubblico, evitare catastrofiche inondazioni, produrre elettricità, mai per far posto al capannone di una singola impresa privata per quanto porti lustro e lavoro.
Il colosso di Bezos in questi giorni sta facendo una bella campagna pubblicitaria nel segno dell’ambiente, a Fiano si è un pò distratto.
Solo un hombre vertical ha difeso i diritti del piccolo fosso
Solo un dirigente della Città metropolitana, l’ex Provincia, ha difeso l’integrità del torrentello e il suo ruolo nell’ecosistema del pianoro dove scorre da sempre. Un raro esempio di “hombre vertical” ha ripetutamente detto no dal primo giorno in cui gli è stata avanzata la proposta ed ha tenuto il punto fino alla fine. Esausto, ha infine capitolato confermando il no, ma aggiungendo che altri potevano procedere in deroga. Lo ha fatto la Regione. Le pressanti ragioni dell’azienda leader nell’e-commerce hanno vinto e convinto l’Amministrazione comunale intenzionata a non perdere l’insediamento, i 300 e più posti di lavoro, il movimento di centinaia di tir e furgoni, solo per le ragioni di un minuscolo torrente. Per altro già abbondantemente violentato, come spiegato dallo stesso sindaco, per l’intero suo breve corso da intubazioni dell’alveo da parte dei proprietari privati per realizzare passaggi ed altre necessità.
Un canale per deviare il fosso Pratalata
Ora questo altro colpo. In base al progetto Amazon approvato, il tratto finale del poco conosciuto Pratalata sarà spostato. Al suo posto un canale con pareti di pietre bianche utili a frenarne la forza in caso di piena. Sfocerà nel tratto del Gramiccia dalle parti della Mola Saracena, proprio lì dove da anni vengono scaricati ettolitri di schiuma. Amazon inoltre costruirà delle vasche di compensazione utili a governare i flussi in caso di portata eccessiva. Può anche darsi che diventi un bel laghetto per abbellire lo scatolone di cemento. Gli architetti fanno miracoli. A breve inizieranno i lavori.
In deroga, parola che segnala feroce violenza
La sorte del piccolo fiume sembrerebbe anche piccola cosa, ma c’è un segno di feroce violenza in questa storia e cioè la parola deroga che l’ha resa possibile. E’ un fatto grave che non va taciuto nè archiviato, viste le grandi opere al decollo nn solo a Fiano ma in tutta l’area tiberina. Un campanello d’allarme che suona per tutti e chiede vigilanza. Si deve pretendere cura e attenzione per la nostra terra , non procedere per strappi e lacerazioni. Le leggi si rispettano non si derogano, se passa il principio dell’eccezione, possono sparire nel nulla, antiche tombe, nel caso emergessero durante i lavori, ma anche le immense querce secolari sulle colline di Riano e lo stesso Mansio romano rinvenuto sulla Tiberina nel comune di Capena. La nostra storia. Nuovi insediamenti basati sull’eccezione, sono assalto e barbarie ai diritti di tutti , alla storia di ognuno e al rispetto delle terre dove si abita , dove ognuno di noi cammina e cresce i figli, cura i padri e le madri. Sono molti i gioielli ambientali ancora presenti nelle “terre destinate alla crescita”. Non vanno trattati in deroga come il piccolo fiume. Solo rispettati.