“Nella sua opera Han Kang affronta traumi storici e insiemi invisibili di regole e, in ciascuna delle sue opere, espone la fragilità della vita umana. Ha una consapevolezza unica delle connessioni tra corpo e anima, i vivi e i morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice nella prosa contemporanea”. Questa la motivazione con cui l’Accademia di Stoccolma ha assegnato il premio Nobel per la Letteratura 2024 alla scrittrice sudcoreana Han Kang.
Autrice poliedrica ˗ figlia dello scrittore Han Seung-won, Han Kang è nata a Gwangju il 27 novembre 1970 ˗ si impone a livello internazionale con il romanzo “La vegetariana”, scritto nel 2007 e vincitore, nel 2016, dell’International Booker Prize, prestigioso premio riservato ai romanzi pubblicati in lingua inglese, battendo in finale “La storia della bambina perduta” di Elena Ferrante e “La stranezza che ho nella testa” del premio Nobel turco Orhan Pamuk.
Il libro narra la storia di una donna la cui scelta di smettere di mangiare carne si trasforma in una catena profonda di ferite con la sua cerchia familiare con conseguenze devastanti.
Altro suo romanzo particolarmente significativo è “Atti umani”, scritto nel 2014, e dedicato alla strage di Gwangiou del 1980, una delle pagine più orribili della repressione militare dei movimenti democratici in Corea del Sud, che Han Kang ripercorre dando voce alle vittime della storia attraverso le anime dei morti separate dai loro corpi che assistono al proprio annientamento e lo raccontano.
Nel 2021 pubblica “Noi non ci separiamo”, uscito in coreano e attualmente in fase di pubblicazione nella traduzione inglese, in cui affronta un’altra terribile ferita della recente storia coreana: il massacro dell’isola di Jeju, verificatasi tra il 1948 e il 1949, con migliaia di persone uccise per una rivolta bollata con il marchio del “collaborazionismo” con le forze comuniste.
Nel 2023 viene stampato anche in Italia il suo “L’ora di greco”, scritto nel 2011, in cui racconta di una donna che cerca di recuperare la parola aggrappandosi all’estraneità del greco e a un professore immigrato tempo prima in Germania, riflettendo così sui margini invalicabili delle lingue nel definirci.
In Italia i suoi romanzi sono pubblicati da Adelphi
La scelta degli accademici svedesi conferma il crescente interesse per la cultura coreana, che dalla musica al cinema e alle serie televisive sta ottenendo sempre più vasta popolarità nel mondo.
Han Kang il 25 maggio 2019 ha consegnato un suo manoscritto inedito intitolato “Dear Son, My Beloved” alla Biblioteca del futuro, il progetto artistico culturale ideato dall’artista scozzese Katie Paterson, i cui libri raccolti non si potranno leggere fino al 2114, anno in cui verranno stampati e potranno essere presi in prestito e letti.
A Han Kang il Nobel per la Letteratura 2024
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