Hadj Brahim è lontano dalla sua Algeria, a Parigi. Fa il musicista e nel suo paese è abbastanza noto. E’ il portabandiera del raï, genere di musica araba molto contaminato con i suoni spagnoli e francesi, con testi molto libertini. E’ in fuga.⬇️Image
2️⃣Per anni ha suonato la sua musica nei luoghi turistici della costa, ma di passaggi in radio neanche a parlarne. Troppo audaci i suoi testi, specie su temi come la liberazione delle donne dalle limitazioni delle leggi islamiche. Ma i problemi sono arrivati dopo.
⬇️Image
3️⃣A metà degli anni ottanta il governo algerino decide di valorizzare il festival della musica raï che si teneva in forma semiclandestina a Orano, la città natale di Hadj Brahim, che di cognome fa Khaled e in arte aggiunge Cheb, il giovane. Il festival ha una vasta eco.
⬇️Image
4️⃣
L’eco arriva alle orecchie dei fondamentalisti islamici, che scagliarono una fatwā nei confronti di tutti i musicisti di quel genere blasfemo. Khaled scappò, Cheb Hasni restò e fu ucciso.
Ma il giovane Khaled non si arrende e a Parigi incide diversi dischi e si fa un nome.⬇️Image
5️⃣
Il successo grande arriva con una canzone in francese, in perfetto stile raï.
Lui ferma la donna amata in strada e si dichiara, promettendole tutte le ricchezze del mondo, persino le più difficili da procurare, come i raggi del sole. In cambio vuole la sua devozione.
⬇️Image
6️⃣Conserva i tuoi tesori – risponde lei – Voglio più di tutto questo/I lingotti sono lingotti, anche se d’oro/Voglio gli stessi tuoi diritti/E rispetto per ogni giorno/Non voglio altro che amore

Il suo nome è Aïcha.

Sponsor