Senza commento...

A metà ottobre tutte le carte dovrebbero essere a posto e dunque dovrebbero partire, finalmente (il condizionale in questa sorta di telenovela è atto dovuto), i lavori di ammodernamento e parziale raddoppio della storica Ferrovia Roma- Nord.

Nel tratto extraurbano, dalla stazione di Montebello a Prima Porta fino a Catalano Viterbo la strada ferrata a binario unico, lo stesso di quando fu costruita, serve circa centomila persone.

Il progetto è pronto dall’anno scorso ma i sindaci dei Comuni interessati hanno bisogno di maggiori informazioni.

Sopra conferme e delucidazioni rispetto alle notizie sull’inizio dei lavori e le modalità operative che circolano sui pochi organi di stampa che si occupano della Roma Nord  e dai Comitati dei pendolari.

L’aspetto da sottolineare è che i sindaci sono quelli a cui fanno riferimento i cittadini, quelli più coinvolti dai disagi che per due anni toccheranno la vita dei cittadini, studenti lavoratori e la viabilità sulla Flaminia.

La lettera dei sette sindaci e del presidente del XV Municipio 

Per sbloccare l’impasse i sindaci di Riano, Sacrofano, Magliano Romano, Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto, S. Oreste, Morlupo e il presidente del XV Municipio di Roma, hanno sollecitato la Regione a informare le comunità su quanto succederà nei prossimi mesi.

Ecco il testo della lettera: “Come tutti noi sappiamo, a breve dovrebbero iniziare i lavori di ammodernamento della ferrovia Roma Nord, linea “Montebello-Viterbo” con conseguente chiusura del tratto extraurbano. A fronte di questa situazione, che suscita non poche preoccupazioni tra i pendolari dei nostri territori, viste anche le istanze pervenute a noi amministratori, Le chiediamo gentilmente la possibilità di attivare un tavolo di confronto per pianificare insieme un piano di mobilità alternativa, a fronte alla chiusura delle tratte ferroviarie oggetto dell’intervento. Certi della Sua disponibilità, restiamo in attesa di una sua risposta circa data e luogo d’incontro”.

La disponibilità invocata è rivolta all’assessore Assessore Regionale alla Mobilità Fabrizio Ghera insieme al nuovo presidente Cotral Manolo Cipolla e alla delegata alla mobilità della Città Metropolitana di Roma, l’ex Provincia, Manuela Chioccia.

Lavori per due anni, ridotta viabilità sulla Flaminia

Fin qui la richiesta dei sindaci. Ma qual è la situazione reale? Sulla base dellevultime notizie di stampa, come ripetiamo non c’è nulla di ufficiale, i lavori comporteranno il blocco della ferrovia per due anni ma solo nel tratto da Montebello a Morlupo al bivio con la Campagnanese, dove sarà spostata la stazione.

Il tratto fino a Viterbo, invece, dovrebbe continuare a funzionare. Il progetto, come è noto, è di quelli che lasciano sconcertati, l’ammodernamento riguarderà l’intera linea, il raddoppio invece  solo la tratta Riano – Morlupo. Ne deriverà un tracciato anomalo, con una pancia a due binari per poco più di 5 chilometri, ed il resto con  la magra silhouette del binario unico. È una palese assurdità a cui però nessuna amministrazione regionale ha pensato di porre riparo.

Navette sostitutiva. Come e quando nessuno lo sa

Il risultato è che, nella migliore delle ipotesi, per andare a Viterbo e viceversa ci sarà un capolinea a Morlupo nell’area dell’ex stazione di Magliano Romano e poi si prenderà la navetta sostituiva fino a  Prima Porta. Il tratto interessato dal raddoppio corre parallelo alla Flaminia che, per molti tratti, sarà dunque percorribile solo al senso unico alternato. Per due anni.  

Per ovviare ai problemi dei pendolari Cotral predisporrà un servizio di navette sostitutive che dovrà percorrere la Flaminia per lunghi tratti ridotta metà, ma che ancora è di la da venire.

Informare i sindaci delle ripercussioni che l’attuazione del progetto produrrà sui loro territori sarebbe atto dovuto e invece con questa Regione va quasi elemosinato.

Si attende ora la risposta, se mai ci sarà, delle istituzioni responsabili.  Parliamo di un progetto che tra ammodernamento e raddoppio costerà 160 milioni di euro, e seppure ridotta al minimo sindacale, la trasparenza e il coinvolgimento delle comunità sarebbe d’obbligo.  

Sponsor