Antoine Ruiz è un cantautore giovanissimo e, soprattutto, un vero guerriero. Abbiamo ascoltato il suo ultimo lavoro discografico Interstellari, di cui trovate il video alla fine di questo articolo, pensando a quanto sia bello poter comunicare leggerezza in un mondo affannato a rincorrere bisogni complicati. Presentare questo singolo è servito come trampolino per una piacevole conversazione con l’artista nella quale incontriamo virtualmente nomi che tanto rappresentano e hanno rappresentato nell’universo musica.
Antoine Ruiz nasce a Roma (dove vive) nel 1998, da madre italiana e padre francese. Mi sono appassionato alla musica da piccolissimo, ci racconta, ascoltando tanti artisti grazie ai miei genitori, da Manu Chao (l’artista che mi ha dato il ritmo) a Pino Daniele, da Daniele Silvestri a Jovanotti per arrivare poi al grande idolo di papà Pierre, Frank Zappa. Sono stato sempre curioso di ascoltare non solo le melodie e i testi ma anche gli effetti sonori.
Da piccolo strimpellavo al pianoforte e all’età di sette anni ho iniziato a prendere lezioni private. Per qualche anno ho frequentato la scuola di musica Centro Ottava di Roma dove ho trovato un ottimo maestro, Fabio Carretti. Con lui c’è stato il mio primo approccio al jazz e al meraviglioso mondo di Charlie Parker. Ho anche cominciato in questa stessa scuola le mie lezioni di tecnico del suono con un grandissimo fonico, Emiliano Torquati. Attualmente studio alla Scuola di Musica di Testaccio con la pianista jazz Gaia Possenti, della scuola di Rita Marcotulli e Danilo Rea.
Interstellari, il mio ultimo singolo, nasce dalla collaborazione con Franco Cava, un bravissimo musicista brasiliano che ho scoperto quando ero piccolo con un disco intitolato Bossa Jova, un adattamento di canzoni di Jovanotti in portoghese. A dicembre 2021 l’ho contattato su Facebook, ho espresso la mia stima per il suo lavoro e gli ho mandato il mio disco Musica nell’anima. Lui è stato gentilissimo, mi ha detto che aveva apprezzato molto la mia musica e che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa con me. Dopo un po’ di tempo gli ho mandato la melodia di quella che poi sarebbe diventata Interstellari e così ho collaborato con lui al testo della versione italiana e lui ha fatto la versione portoghese Interestelar. Anche questa si può trovare su tutte le piattaforme, cantata da Franco. La base arrangiata delle versioni è di Cesare Chiodo, il video del brano è di Carlo Montanari.
A chi dedichi, o vorresti dedicare, questo tuo ultimo progetto? Dedico quest’ultimo progetto a mio padre Pierre (la mia guida musicale) che purtroppo è scomparso tre anni fa e anche a mia zia Mariella che è volata via da pochissimo e che aveva amato molto il mio brano.
Di cosa altro ti stai occupando attualmente? Ho in programma la registrazione di due brani con l’amico cantautore Alessio Bonomo, brani che ho scritto insieme a lui. Io e Alessio siamo amici da dieci anni, l’ho conosciuto grazie a mio padre che ha prodotto due suoi dischi, Tra i confini di un’era e La musica non esiste, quest’ultimo con le chitarre di Fausto Mesolella, il mio chitarrista preferito a cui ero molto legato.
Sei un cantautore non vedente. Vorrei affrontare questo argomento perché la tua storia sia un incentivo per chiunque a non perdere mai il coraggio per realizzare i propri sogni. Cosa ti senti di dirci a riguardo? Sì, come tu sai sono un cantautore non vedente. Non mi sono mai fermato, nemmeno davanti alle piccole e grandi difficoltà della vita. Vorrei dare un consiglio ad ogni futuro musicista, quello di seguire sempre le proprie passioni, senza mai arrendersi
A tal proposito, il testo della mia canzone La vita è sempre una magia, con cui ho vinto il concorso Telethon – Una canzone per la ricerca che vedeva presidente di giuria il maestro Mogol, si collega proprio al tema della cecità e al modo in cui noi non vedenti affrontiamo la vita, continuando coraggiosamente il nostro cammino anche quando si presentano momenti complicati.
Antoine e gli incontri artistici: come dicevo prima, l’artista che mi ha trasmesso l’amore per la ritmica è stato Manu Chao che non ha bisogno di presentazioni. Quando ero bambino lo ascoltavo continuamente, ero attratto dalla sua voce, dalle sue melodie sempre più variegate e anche dai modi in cui usava gli effetti sonori. Nel tempo ho ascoltato anche grandi nomi della musica italiana (Bungaro, Pacifico, Arisa, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, Luca Barbarossa, Noemi, Povia), francese (Aznavour, Michel Fugain, Zaz, Pauline Croze) fino ad arrivare a Fausto Mesolella, la cui tecnica mi ha dato la spinta per sperimentare nuovi accordi. Parlando di Bungaro, Povia e Arisa, ho avuto il piacere di cantare con loro all’Auditorium Parco della Musica, ad eventi organizzati dalla Genitin Onlus, l’associazione fondata dai miei genitori per aiutare i bambini prematuri e le loro famiglie.
Esordisco è l’etichetta discografica con la quale Antoine Ruiz ha pubblicato anche il suo nuovo singolo. Ma Esordisco è molto di più. É un nome che parla di famiglia e progetti. Esordisco, conferma Antoine, è l’etichetta creata nel 2012 da mio padre Pierre che amava talmente la musica da fondare una piccola casa discografica tutta sua per poter produrre gli artisti che più apprezzava (Bungaro, Alessio Bonomo, Pilar, Luigi Mariano). Nel 2018 produsse un album su Frank Zappa e Ruth Underwood di cui andava molto fiero, affidando l’interpretazione delle musiche al vibrafonista Marco Pacassoni and band.
L’ultima produzione, invece, riguarda un lavoro meraviglioso su Jeff Buckley e Gary Lucas, The complete Jeff Buckley and Gary Lucas songbook, tra i cui brani ci sono cinque inediti. Il disco vede la perfetta voce di Davide Combusti, in arte The Niro e la chitarra di Gary Lucas. Il progetto è stato presentato a New York allo storico The Cutting Room, dove ho avuto l’onore di essere presente.
Io e mia madre Paola stiamo portando avanti l’etichetta con immenso amore in nome di mio padre. Il primo disco che abbiamo pubblicato è stato il mio, Musica nell’anima, anticipato dal singolo Chiusa, inaccessibile scritto e cantato con l’amico rapper Antonio Ferri, in arte Oren Wabi Sabi. Dopodiché sono usciti Mondo acido di Luigi Mariano e Un mondo perfetto di The Niro. L’unica cosa da fare è proseguire, sono certo che papà l’avrebbe desiderato.