Il treno a vapore ci riporta con la mente ad epoche lontane nel tempo: lo sbruffare del fumo dal comignolo, i lunghi viaggi, la lentezza dei convogli sui binari che permetteva di ammirare i paesaggi, sono suggestioni di un tempo passato che ci fanno tornare bambini.
L’associazione APASSIFERRATI, nata nel 2014, si propone di valorizzare e far conoscere il territorio di Arce e della valle del Liri, attraverso la Ferrovia Roccasecca-Arce-Avezzano ed il Museo. I treni storici rappresentano un’occasione straordinaria per arricchire l’offerta turistica, culturale e naturalistica. La ferrovia Roccasecca-Arce-Avezzano è un pezzo della nostra storia, grazie alla quale è possibile svelare molti avvenimenti del nostro recente passato e capire meglio le nostre radici.

Abbiamo incontrato il presidente dell’associazione APASSIFERRATI, l’ing. Paolo Silvi per conoscere meglio questo progetto.
Come nasce l’idea del Museo e della Ferrovia Roccasecca-Arce-Avezzano ?

L’idea del Museo nasce circa 3 anni fa, abbiamo voluto dedicare la nostra attenzione in particolar modo alla città di Arce. Abbiamo pensato di dare un contributo al territorio, cioè far sì che il territorio potesse avere una collocazione più visibile rispetto a quella che ha attualmente. Per me che sono un appassionato di treni e di modellismo ferroviario mi è sembrata la cosa più logica utilizzare il discorso della ferrovia per veicolare, arricchire e far scoprire la ricchezza culturale del territorio. Questa antica ferrovia Roccasecca – Arce – Avezzano è praticamente una costola della ferrovia Roma – Ceprano – Napoli che nasce 1839 come prima ferrovia italiana, collega tutta la Valle del Liri e della Piana di Avezzano con Napoli e Roma.

Che legame c’è tra la ferrovia ed il territorio?

Un legame profondo che nasce con la stessa ferrovia, i lavori iniziarono alla fine del 1800 e si conclusero nel 1902. Una ferrovia non facile perché tra Roccasecca e Avezzano c’è un dislivello di quasi 700 metri. In totale sono 80 km di percorso di cui gli ultimi km sono in salita, per questo non è stato facile realizzare questa ferrovia, si realizzarono alcune opere d’arte, come si dice in gergo ferroviario, una delle più interessanti è la sequenza di gallerie elicoidali che permettono al treno di raggiungere con il treno i paesi di Capistrello e San Vincenzo che hanno un dislivello di quasi 200 metri l’uno dall’altro. Un’impresa importante se si considera che è la prima ferrovia elicoidale costruita in Italia e rappresenta uno degli esempi più interessanti per questo tipo di tecnologia. Il territorio si lega in tanti modi alla ferrovia: favorisce lo scambio di merci, la crescita del tessuto industriale della Valle del Liri in particolare le cartiere, favorisce la nascita del più grande polverificio militare del Regno d’Italia che si sviluppa insieme alla ferrovia. Fu costruito un “tronchino”, di quasi 6 km, che unisce Arce a Fontana Liri, cioè al polverificio militare per poter movimentare merci e persone. Il polverificio militare negli anni ’30 impegnava più di mille persone.

Il libro “Il treno del Papa. L’ultimo viaggio del treno pontificio – Frosinone 1863” rappresenta molto di più che il semplice racconto di un affascinante viaggio…

Questo è il terzo libro che l’associazione APASSIFERRATI pubblica in meno di un anno e mezzo. Il libro nasce da una scoperta incredibile: un treno particolare, reale dedicato a Papa Pio IX. Questi 3 vagoni spettacolari costruiti a Parigi nel 1858, consegnati a Roma lo stesso anno, rappresentano un momento importante della storia del nostro Risorgimento. Papa Pio IX è un innovatore che gioca un ruolo politico, sociale ma investe anche in una modernizzazione impensabile rispetto al suo predecessore che scomunicava chi prendeva il treno. Lui è il primo Papa che va in ferrovia. Il viaggio del treno pontificio reale è l’ultimo viaggio di questo treno ed è un viaggio politico e di rappresentanza. Lo Stato Pontificio era ormai agli sgoccioli e il Papa voleva riaffermare il ruolo del Papa re. Il viaggio tra il frusinate e Latina, ebbe una serie di avvenimenti e conseguenze su tutto il territorio. L’autore Costantino Jadecola racconta con una profonda e ricca ricerca di dati. Il treno è conservato presso la Centrale Monte Martini a Roma. Il libro è tradotto in diverse lingue.

Il modellismo è una forma di studio del territorio?

È anche una forma di studio del territorio. Da sempre, costruttori ed architetti realizzano preventivamente il modello da mostrare al committente. In certi casi i modelli vengono realizzati a posteriori da utilizzare come pubblicità. Il modellismo è un modo per studiare il territorio e noi abbiamo sposato questa filosofia perché nella realizzazione del Museo della Valle del Liri in Arce non abbiamo fatto modellismo standard ma abbiamo rappresentato 5 luoghi con dei plastici costruiti da artigiani. Dei nostri modelli, 4 sono costruiti in scala 1:200 e uno in scala 1:100, quasi 15 metri quadrati e rappresenta la città di Arce.

Quale tipo di attività educative offrite come associazione?

L’associazione APASSIFERRATI ha diverse attività d’interesse: il Museo, la parte editoriale e le attività con le scuole e con l’università. Per quanto riguarda le scuole primarie sino alla terza media abbiamo organizzato una serie di pacchetti scuola che includono non solo la Ferrovia ed il Museo ma anche una piccola rete museale che abbiamo con Arce, Ceprano e Pastena. L’offerta didattica è molto interessante e si basa sulle risorse del territorio. Lo scorso anno abbiamo iniziato con 230 bambini che sono venuti in gita e quest’anno sono previste circa 600 visite di bambini. Siamo riusciti ad attrarre interesse per il territorio anche grazie al treno. Lo stupore dei bambini per i plastici e per la ferrovia sono il maggior successo ed una grande soddisfazione.

Quali sono i prossimi appuntamenti dell’associazione?

Abbiamo un’agenda molto fitta. Stiamo presentando in maniera diffusa il libro “Il treno del Papa”, anche all’estero. L’evento più importante sarà la rievocazione del treno storico a vapore domenica 19 maggio partenza alle 9:15 da Cassino e arrivo a Ceprano con una splendida rievocazione storica composta dalla banda pontificia e soprattutto la scoperta a Ceprano di un altro elemento particolare, ossia l’unica cappella pontificia fatta costruire da Pio IX nel 1893/1894 anche questa rientrerà nel progetto del museo diffuso della ferrovia.

Una curiosità: ci spiega il termine “deragliare”?

Una delle curiosità del mondo ferroviario. Deriva dall’inglese “uscire fuori dai binari”. La lingua italiana fa suo anche un termine inglese e lo fa diventare deragliare. Da un significato onomatopeico molto simpatico.

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