L’arte contemporanea all’ombra della grande città: il lavoro del PRAC e del suo direttore artistico, Graziano Menolascina.

C’è una certa poesia intorno a noi. A volte basta solo sforzarsi un po’ per notarla, a volte un po’ di più. A volte, invece, c’è chi, con il suo lavoro, si impegna a farla notare agli altri.

È il caso del PRAC, il Centro per l’Arte Contemporanea sorto nella primavera del 2021 nel pittoresco borgo medievale che domina la Valle del Tevere, Ponzano Romano. Un piccolo nucleo di cultura e arte all’ombra della grande città, a circa 50 km da Roma, diretto e curato da Graziano Menolascina.

Dalla sua nascita il PRAC ha permesso l’approdo, nella provincia romana, di artisti di fama nazionale e internazionale del calibro di Tony Oursler, Shirin Neshat, Enzo Cucchi determinando – secondo la stessa volontà del suo ideatore – lo sviluppo di un intenso e affasciante connubio tra il mondo antico e il contemporaneo.

A partire dal 22 ottobre 2023 fino all’11 febbraio del 2024, gli edifici storici di Ponzano Romano divengono, ancora una volta, palcoscenico privilegiato per la presentazione al pubblico dei nuovi progetti espositivi di Menolascina.

Nella seicentesca Chiesa sconsacrata di Santa Maria ad Nives, si sviluppa The long journey around one meter seventy, operazione installativa site specific di H.H. Lim (Malesia, 1954), curata da Graziano Menolascina insieme alla celebre gallerista newyorkese Annina Nosei.

«L’opera di Lim mette a nudo tutta l’ambivalenza dell’inconscio e con ciò la disperazione dell’uomo di non saper più distinguere, in questa zona buia e indeterminata della natura umana, l’amore e l’odio, la spiritualità e l’istinto, il principio femminile e quello maschile. Lim crede ciecamente alla voce della totalità inconscia del proprio sentimento, questo è il tema cardine che alberga sempre nelle sue opere» dichiara il direttore del PRAC.

The long journey around one meter seventy, exhibition view, Santa Maria ad Nives, 2023 

Le sedie, il fuoco e la rappresentazione della iena, sono i 3 elementi protagonisti dell’insolito dialogo generato dall’autore all’interno della chiesa sconsacrata. «Questa installazione è per me una forma di teatro ed è importante relazionarla a tutto quello che c’è intorno. Gli affreschi sono la testimonianza di un luogo che ha già di per sé una storia. Si tratta di un luogo estremamente interessante» afferma l’artista seduto su una delle 33 sedie posizionate all’interno dello storico edificio, a rappresentazione di una platea immaginaria che volge lo sguardo verso l’imponente animale selvaggio posto al centro della scena dove riecheggia, a grandi caratteri, la scritta WHEN DID ART STOP BELIEVING IN THE POWER OF PEOPLE? «Ogni singola sedia porta dentro di sé il peso di un passato. Questo mi ha portato a riflettere sulle sue origini, sulla sua provenienza, sulla famiglia alla quale apparteneva. La sedia è per noi come un’ombra, è silenziosa, ha il compito di sostenere. Io ho voluto dare a queste sedie una voce. Ho voluto rappresentare la loro forza».

La iena, invece, nell’immaginario popolare è il simbolo di chi è pronto a colpire nel momento di maggior debolezza l’avversario. Tradimento, codardia, stupidità, morte e putrefazione sono solo alcuni degli epiteti che hanno caratterizzato la sua reputazione e il suo complicato rapporto con l’uomo. La sua duplice natura è stata, per moltissimi anni, al centro di false credenze «ho deciso di rappresentarla così come la conosciamo. L’abbiamo trattata in maniera discriminatoria ma essa è la rappresentazione di una natura che l’ha creata, è parte dell’ecosistema. Inoltre, quante volte entrando in una chiesa ci è capitato di scontrarci con immagini di decapitazioni o immagini violente? Eppure, non ci scandalizziamo. Sappiamo che si tratta di arte».

Contemporaneamente, «un vero e proprio corollario di immagini fantastiche e illusioni ottiche» si snoda tra le sale del piano nobiliare di Palazzo Liberati. Si tratta de La natura delle cose, una mostra collettiva che vede protagoniste le opere di Maddalena Ambrosio, Alessandro Boezio, Francesco Cervelli, Mauro di Silvestre, Alexandra Fongaro, Amedeo Longo, Leila Mirzakhani, Andrea Polichetti, Lamberto Teotino e Silvano Tassarollo. Artisti appartenenti a generazioni differenti che trovano, nel confronto sulla natura delle cose, il loro punto d’incontro. Un progetto nato dalla necessità di voler narrare un aspetto antropologico del pensiero attraverso pittura, scultura, fotografia e installazione.

Opere d'arte
La natura delle cose, exhibition view, Palazzo Liberati, 2023

Le mostre sono visitabili dal mercoledì alla domenica con prenotazione obbligatoria dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, fino a domenica 11 febbraio 2024.

Indirizzo: Via XX Settembre 6, Ponzano Romano, RM

Info e prenotazioni: +39 338 810 4448 / info@pracartecontemporanea.it / www.pracartecontemporanea.it

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