2 novembre 2022: in scena al Teatro del Lido di Ostia ci sarà Museo Pasolini di e con Ascanio Celestini.
2 novembre 2022: a cento anni dalla nascita (5 marzo 1922) ricorre l’anniversario dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini avvenuto nella notte del 2 novembre 1975, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Ascanio Celestini e, grazie alla sua disponibilità, di riflettere con lui sulla valenza umana e culturale di Pasolini. Il risultato è il dialogo che segue e che si caratterizza per un elemento che ritroveremo ancora nelle considerazioni condivise in questo articolo: l’eleganza delle parole scelte da Ascanio Celestini si compone di sintesi, equilibrio e armonia. Come il suo spettacolo, Museo Pasolini.
Pasolini: un profeta o un artista al pari di Leonardo da Vinci?
Leonardo è morto quattro secoli prima di Pier Paolo Pasolini. Nel frattempo c’è stata la rivoluzione francese, la macchina a vapore, la psicanalisi freudiana. Non credo che Leonardo sia stato un profeta e nemmeno Pier Paolo Pasolini. Ma sicuramente sono stati due grandi artisti che hanno vissuto in maniera totale il proprio tempo. Certamente Pasolini ha cercato di costruirsi un proprio rinascimento. Una sua bottega interiore nella quale potesse essere maestro e gestire tutte le fasi della costruzione dell’opera.
Perché rimane a suo parere, a dispetto di polemiche e fumose teorie, una delle figure di riferimento culturale del nostro secolo?
Perché ha cercato di intervenire in tutte le discussioni della sua epoca (che è anche e ancora la nostra) senza la paura di essere un intruso.
Il libro dell’artista che maggiormente l’ha affascinata e l’opera che consiglierebbe di scoprire rivolgendosi ad un giovane pubblico?
Io consiglio di vedere i film. Di cominciare da quelli. Magari dalle prime opere. Quelle della prima metà degli anni ’60. Accattone e Mamma Roma, ma soprattutto gli episodi. Ricotta e Che cosa sono le nuvole. Poi, magari, vedersi il Vangelo secondo Matteo con il Vangelo in mano.
Il suo spettacolo Museo Pasolini sta riscuotendo grandi consensi e si rimane colpiti dall’immersione di anima che agisce nel suo stare in scena: qual è il suo ” legame” con Pasolini?
È una scelta che ho fatto. Nella vita non possiamo studiare tutto. Così ci infiliamo in una ossessione. La mia comprende Pasolini.
Nella vita non possiamo studiare tutto ci dice Ascanio Celestini eppure proprio lui, invitando il pubblico in un museo delle parole che ricompongono trasversalmente gli eventi fondanti durante la vita di Pasolini, sembrerebbe dimostrarci quasi il contrario.
Museo Pasolini è a tutti gli effetti un manuale di storia contemporanea di quelli che a scuola farebbero entusiasmare gli studenti perché sostiene con ritmo e contenuti importanti, un elemento imprescindibile nell’apprendimento: la curiosità.
Seguendo l’invito ad esplorare Museo Pasolini accogliamo l’idea che nella vita sia necessario studiare lasciando che le nostre passioni aprano la mente verso infinite possibilità.
Secondo l’ICOM (International Council of Museums) le 5 funzioni di un museo sono: ricerca, acquisizione, conservazione, comunicazione, esposizione. A cosa possa servire un museo Pasolini è la sfida critica che si pone allo spettatore.
Per chi non avesse avuto ancora il piacere di applaudire Museo Pasolini un consiglio è di fare attenzione all’ esercizio di stile e di organizzazione di spazio e tempo proposti che diventano cornici della nostra storia più recente.
Le voci nello spettacolo sono di Grazia Napoletano e Luigi Celidonio con le musiche di Gianluca Casadei e il suono a cura di Andrea Pesce.