Autrice, attrice, dialoghista TV. Speaker radiofonica di Radio Rock. Autrice e attrice del Format U.G.O. Co-autrice e attrice del fortunatissimo Format Dignità Autonome di Prostituzione che condivide con Luciano Melchionna, regista dello stesso. Dignità Autonome di Prostituzione è stato nella terna degli spettacoli finalisti Premio Teatro ETI.
Vince grazie al personaggio di Anya nel 2008: il Premio Siae ed il Premio Golden Graal migliore attrice. Nel 2011 vince come autrice il Premio nazionale Testi al femminile DonnaMostraDonna con “Per Grazia Ricevuta”. L’8 marzo 2014 l’Assessora Cattoi le chiede di scrivere e leggere un’apertura alla Premiazione della Campagna NOISI.ORG (promossa da Regione Lazio e Roma Capitale) nella Sala Esedra dei Musei Capitolini. Presiede l’Assessora e il Sindaco Ignazio Marino. Ha l’onore di essere invitata al Quirinale per la celebrazione della giornata della donna dal Presidente Napolitano per il suo “grandissimo lavoro e zelo nella battaglia contro la violenza sulla donna”.
Il 22 novembre 2018, la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio ha ospitato il suo format teatrale: Barbarie italiana / Ferocia “Fateci smettere questo spettacolo”. L’Evento – al quale hanno partecipato gratuitamente 100 ragazzi di istituti romani – è stato fortemente voluto dalla vice Presidente della Camera Maria Edera Spadoni.
Come è nata la sua passione per il teatro?
E’ nata con me. Più che una passione è una minaccia per me e per gli altri. Fin da piccola gestivo quelli che oggi chiamerei dei veri e propri blitz, “Assalti surreali alla normalità”. Entravo in classe con la cornetta del vecchio telefono, che a casa si era rotto, fingendo di ricevere una telefonata da sotto il banco. Questo alle medie. Oppure portavo uncinetto, ferri e la lana di mia madre e obbligavo gli altri a farlo ad un dato comando.
Alle elementari dopo aver visto il mitico Edoardo ho iniziato a sentire la necessità di “dire cose di me di altri” a un pubblico immaginario. Da lì il precipizio. E mi ci sono buttata. E sto ancora cadendo.
Tanta parte della psicologia dice che gli attori hanno subito traumi da bambini. Io non lo so, so solo che è diventata un’urgenza che tuttora accompagna la mia vita. Inesorabilmente. Una grazia o una condanna non saprei. Dovrebbero rispondere gli altri.
Si sente più dj o più attrice?
Credo che le due cose siano fisiologicamente simbiotiche.
Come speaker cerco di fare quello che faccio quando scrivo o quando sono sul palco. Cioè creare link emozionali. La musica è psicotonica. Sono onde, vibrazioni che chimicamente ci investono. Sono convinta, e sembrerò pazza ma ne ho avuto anche le prove con messaggi scritti, di poter cambiare il mood emotivo, quindi lo stato emozionale delle persone che sono all’ascolto della mia musica con LA SCELTA DI UN BRANO PIUTTOSTO CHE UN ALTRO. Mi è accaduto parecchie volte, in diretta, di aver riprova di ciò, con brani passati ad hoc per esortare gli ascoltatori ad un dato obiettivo. Alcuni si sono forzati ad un’azione coraggiosa, altri hanno chiamato una persona speciale, qualcuno ha “osato”, di sicuro come il teatro acuisce le scelte, la musica può temprare a scelte coraggiose di felicità. Mi sento una speaker teatrale, insomma.
Nei suoi spettacoli si è molto impegnata contro la violenza sulle donne …
Interessarsi al tema femminile in tutte le sue declinazioni è stata un’urgenza.
Non credo ci si possa accostare a questo mestiere senza guardarsi intorno. Ho sempre avuto URGENZA di raccontare l’umano. Devo anche ringraziare le Associazioni con cui nel tempo ho collaborato e soprattutto l’Associazione della quale sono fieramente socia fondatrice da un anno: LE FUNAMBOLE. Con loro sto condividendo una parte importante della mia vita professionale e privata.
Come nasce l’idea di Dignità Autonome di Prostituzione?
Importantissimo l’incontro con Luciano Melchionna. Ci siamo trovati subito nella necessità di parlare con mezzi coraggiosi ed “altri” dal mero teatro classico. Nasce così il Format che da 11 anni ha cambiato il rimando del Teatro italiano: Dignità Autonome di Prostituzione. Uno spettacolo di Luciano Melchionna, poiché ne crea e ne cura tutti i minimi particolari, tratto da un Format mio e dello stesso regista. Uno spettacolo innovativo. L’attore non è distante, nemmeno fisicamente, dallo spettatore. L’attore ha necessità dello spettatore. Una sana dipendenza. E’ lo spettatore a scegliere l’attore. Poiché l’attore diviene “prostituta”. Cosa che in parte è nella realtà. Sotto paga diventa un altro corpo, un’altra testa. Con tanto di lacrime e dolore. E’ alla mercé dello spettatore. Dipende da lui. E così lo spettatore sceglie chi vedere. E cerca di pagarlo il meno possibile, si contratta. Noi attori al rialzo, lo spettatore al ribasso. E’ la legge di mercato. Un mercato infame che NON SEMPRE predilige la MERITOCRAZIA. Ma qui lo spettatore può vedere un monologo a pochi centimetri di distanza.
Può vedere gli occhi dell’attore, sentirne il corpo vibrare. Fargli capire se gli piace o no. Perché questa volta non è sulla sua poltrona, ma accanto a noi. Dietro le quinte del teatro, nei camerini o addirittura in una macchina.
Difatti Anya la prostituta slovacca, personaggio che ho ideato per Dignità, racconta la sua storia proprio all’interno della sua macchina.
Il teatro sociale esiste quando lo stesso teatro, anche senza definirsi tale, si mette in scena perché ha l’URGENZA di farlo. Il teatro IMMETTE DUBBI.
Prossimo progetto teatrale?
Il migliore, di sicuro, perché ancora irrealizzato. E’ un Format nuovo, una follia nuova.
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