Intervistato da Corrado Zunino su Repubblica, il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha parlato tra le altre cose dell’affidabilità dei numeri che diffonde ogni giorno alle 18 dall’inizio dell’epidemia in Italia, di cosa sta facendo l’organizzazione che guida e di quali siano le prospettive per il prossimo futuro.
Da giorni si pensa infatti che i numeri diffusi giornalmente dalla Protezione Civile siano nettamente più bassi di quelli reali, sia per le persone contagiate che per quelle morte, a causa delle diverse scelte e politiche regionali su quanti test eseguire e a chi: molte persone si ammalano e/o muoiono a casa, contagiate dal virus, senza che possano essere però conteggiate nei dati ufficiali.
A questo proposito Borrelli ha detto di ritenere credibile che il numero dei malati non censiti sia dieci volte superiore ai 63.927 finora registrati.
Nel corso dell’intervista Borrelli ha anche citato alcuni comportamenti sociali che nelle settimane scorse «sono stati decisivi» per la diffusione dei contagi in Italia: tra questi Borrelli ha parlato di una comitiva proveniente dal Lodigiano – zona in cui la diffusione del virus ha avuto inizio in Italia – che lo scorso 23 febbraio era andata ad Ischia, portando il virus sull’isola, e di ventinove bergamaschi che erano andati in vacanza in Sicilia, causando i primi contagi a Palermo.