Per la Roma Nord, come per la Roma Lido, i progetti messi in campo dalla Regione sono epocali, il tridente (Astral, Cotral, Assessorato) scelto da Zingaretti per realizzarli ha le giuste competenze per spendere presto e bene gli 800 milioni messi sul tavolo. Ma alle soglie del 2020 il valore di una classe dirigente, pure con un ottimo curriculum,  non si misura solo sulla capacità di fare bene il proprio compito, ma anche e soprattutto nella capacità di gestire l’emergenza. L’apertura dei cantieri sul tracciato della Roma Nord e su quello della Roma Lido coinvolgerà i 310mila pendolari, ma anche i cittadini delle zone limitrofe. Parliamo complessivamente di oltre mezzo milione persone.

QUATTRO ANNI DI DISAGI PER MEZZO MILIONE DI PERSONE

Questa massa di gente dovrà caricarsi per 4 anni di stress e disagi di grande portata. Il sacrificio vale la candela perchè l’obiettivo è  rendere moderne, cioè umane, due ferrovie regionali strategiche e che tali non sono più da anni. Sono linee che “fanno schifo “ come ha detto presentando il progetto di radicale rifacimento il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Si tratta di una vera “grande opera” in grado di dare dignità e identità a pezzi importanti del territorio metropolitano e regionale. Dunque tutto bene? Si, ma solo se si terrà conto delle persone coinvolte. Il management che Zingaretti ha indicato come quello che deve produrre e gestire il cambiamento sembra essere all’altezza. L’ingegner Antonio Mallamo attuale presidente di Astral,  ha in animo di rinnovare la ferrovia Roma Nord da anni. Il progetto era già pronto alla fine della Giunta regionale Marrazzo- Montino e fu fatto suo anche dalla candidata alla presidente Emma Bonino. Venne però cancellato da Renata Polverini e il suo non rimpianto staff.

GOVERNARE L’EMERGENZA QUESTA E’ LA SFIDA

Dunque ha le carte in regola per condurre in porto le opere, di quella ferrovie conosce ogni curva. Amalia Colaceci attuale presidente di un Cotral risanato e che ha messo in campo 1000 nuovi pullman per collegare tutti i comuni del Lazio, sembra in grado di reggere la sfida di gestire il servizio ed i nuovi treni cosa che avverrà dal luglio 2021. In cabina di regia l’assesore regionale Mauro Alessandri ha i numeri per governare la complessità del progetto,  poichè è stato sindaco per due mandati di un grande comune come quello di Monterotondo. E’ un tridente con adeguato spessore di competenza tecnica, amministrativa e manageriale. Ma non basta. Queste sono le “dotazioni” minime necessarie. Perché una grande opera non diventi un quadriennale pentolone di mugugni e proteste a favore di insoddisfazione e rabbia, occorre fare uno sforzo in più: non solo mettere in campo i più bravi, ma coinvolgere anche e soprattutto i pendolari. Governare il disagio queste è la sfida e non dimenticare che la Roma Nord  riguarda anche vita degli abitanti di almeno 10 comuni della Tuscia  fino ad oggi ignorati.

IN CABINA DI REGIA SPAZIO AI PENDOLARI

Occorre dare spazio ai pendolari giustamente incazzati e che guardano all’annuncio di questa opera con scetticismo. E’ imperativo dare seguito alla loro richiesta di far parte in modo stabile dell’Osservatorio istituito dalla Regione per seguire i lavori. Il cambio di passo è un fatto di partecipazione e democrazia oltre che di competenza e professionalità. I pendolari vanno ascoltati e resi protagonisti del cambiamento non spettatori passivi. Le loro proposte vanno esaminate e occorre dare loro  un cronoprogramma ufficiale dei lavori. Portare i cittadini nella “stanza dei bottoni”. Anche questo è il cambiamento atteso.

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