Questa sera a Capena c’è la processione dell’Incontro, va avanti così, ogni sera del 14 agosto, da più di 200 anni.

È la festa identitaria della comunità, forse l’unica. Lo svolgimento è codificato da secoli, lega il paese dalla chiesa della Madonna delle Grazie, fino agli anni ‘60 periferia, a Piazza del Popolo cuore del centro storico. Le due macchine trasportano l’effigie del Salvatore e della Madonna, gli incollatori con la mantellina rossa si caricano il peso del “Figlio” smarrito, quelli con la mantellina blu la macchina della Madre che lo cerca.

Il momento che crea attesa, ansia, emozione è proprio quello dell’Incontro. L’istante della convergenza. Gli incollatori partono da parti opposte di via IV Novembre e di corsa convergono al centro della via di fronte alla Chiesa di S. Antonio. Pochi secondi in cui si scambiano gocce di sudore, fanno esplodere le emozioni, sciolgono le ansie.  Insieme, poi, le due macchine si dirigono verso la chiesa principale.

È la festa del “ritorno” per chi non vive in paese, è la festa dell’appartenenza per chi ci vive ogni giorno e quella dell’incontro con i tanti che hanno scelto Capena come luogo di residenza.

È una festa religiosa certo, ma anche il momento in cui la necessità del “sacro” emerge e si manifesta. Da due anni la Confraternita degli Incollatori ha stretto una solida amicizia con il Sodalizio dei facchini  di S. Rosa a Viterbo, una loro delegazione parteciperà alla processione. Infine la pioggia lucente che illumina la via. Poi viene il tempo dell’estate, la notte si fa magica e tira tardi con musica nelle vie, artisti di strada, mostre. 

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