Domenica sera una  civetta a Capena è tornata a volare. Distratta, si era infilata nel cavo nero di una nera canna fumaria. L’aveva scambiata per il tronco di un albero e invece si è ritrovata confusa e smarrita è rotolare giù, fino al pavimento di un magazzino zeppo di scatoloni di addobbi di Natale. Ai suoi occhi sbarrati quelle robe cubiche sono parse, ci scommettiamo,  uno strano e singolare bosco di cartoni,  buono però per nascondersi. Il mucchio di scatole offriva angoli bui, quelle già vuote cavità simili alle tante disseminate in una famigliare distesa di alberi.

IL VIDEO!

 

La civetta smarrita nel bosco di cartoni

La sua presenza però è stata subito notata dai fratelli Guidotti proprietari del negozio e questo ha spinto l’uccello notturno a scappare ed usare al massimo la sua capacità mimetica. La civetta non poteva saperlo ma quegli umani che si agitavano, la inseguivano per liberarla non per fargli del male. Non riuscendo nell’impresa i padroni del locale hanno organizzato allora  un punto ristoro. Nonostante questo però il piccolo rapace è rimasto nascosto lo stesso, paralizzato e con i due grandi occhi ancora più grandi. Lo stallo è durato due giorni.

Sabato scorso l’intervento per liberarla

Sabato i Guidotti, per non rischiare di perderla, hanno pensato di rivolgersi a Andrea Lunerti del Rifugio del Lupo di Morlupo esperto naturalista, per tentare di  venire a capo del problema e recuperare quella civetta terrorizzata. 

“Non è stato facile – racconta Lunerti – ma alla fine grazie ad un po’ di esperienza sono riuscito a prenderla. Non è la prima volta che recupero rapaci ma resta sempre una grande emozione”. Dopo averla catturata e dopo le foto di rito a certificare il buon esito del soccorso, l’ha sistemata in un comodo trasportino e si è diretto al Rifugio. Qui ha visitato la bestiola trovandola in buona salute.

Andrea Lunerti: la civetta  aveva solo paura, la sera è tornata volare 

Aveva ancora paura, solo paura e però anche quella stava ormai passando. “Volevo liberarla il giorno dopo, ma siccome si agitava e non presentava problemi perché lo sterno ed ali  erano integri e robusti – dice Lunerti –  ho pensato di lasciarla andare la sera stessa. Secondo me voleva chiudere quella sua brutta avventura il  più presto possibile e tornare a volare. A differenza delle dicerie che raccontano della civetta come uccello del malaugurio a lei ho chiesto di portarci fortuna e di esaudire un desiderio segreto”.

Nel video allegato a questo piccola cronaca di una bella storia, si vede il momento della liberazione, quello in cui la civetta si alza in volo verso la notte fresca, prende aria prima di muovere le ali, e poi va via nella notte, lasciando nella scia il dono di una semplice e potente emozione. Il suo grazie.

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