Gli operai hanno iniziato a smantellare gli edifici della Cantina sociale di Capena. Al suo posto come è noto sarà realizzato il centro regionale della Protezione civile. Oggi già due stabili sono ridotti come l’Abbazia di S. Galgano e della sua spada nella roccia, nelle terre di Chiusdino in Toscana, senza tetto. Lo smantellamento porta in sé una buona notizia: si stanno portando via tonnellate e tonnellate di amianto contenuto nelle eternit che costituivano la copertura.
I lavori vanno avanti celermente. Significa che si rispetterà che tra pochi mesi il carico inquinante dell’amianto nel nostro territorio e nel Distretto 4 della Asl, sarà notevolmente abbattuto. Non si tratta di fatto marginale.
Capena è uno dei paesi con maggiore presenza di questo pericoloso inquinante insieme a Riano e Monterotondo, 58,68 tonnellate per chilometro quadrato, e settima per tasso di mesoteliomi, dopo Campagnano, Trevignano e Rignano.
Esposizione ignota collegamento non certo
Quello utilizzato nella costruzione dell’ex cantina sociale pesa in modo significativo vista l’estensione delle copertura. Come si legge in un piccolo libro di 96 pagine pubblicato su Amazon a firma del signor Mario Armellini, pagina 46: “Il punto che vorremmo qui sottolineare è quello che evidenziava il COR già nel 2013 quando, segnalando un aumento di Mesoteliomi Maligni (MM) nei residenti del comune di Roma e di casi esposizioni ignote, soprattutto tra le donne, aggiungeva che era da considerare come degno di nota… il dato relativo ai comuni con i tassi d’incidenza più elevati che, solo nel caso di Civitavecchia, sono correlati a un’esposizione di tipo professionale, mentre negli altri comuni (Capena, Campagnano di Roma, Rignano Flaminio…) l’esposizione è stata per lo più ignota ed è quindi meritevole di approfondimento dal punto di vista ambientale. All’epoca di questo rapporto del 2013, Civitavecchia aveva un TI di 4,22, inferiore dunque a quello rilevato nel successivo rapporto del 2016, così come pure Campagnano (5,0 circa contro il 6,62 successivo). Rignano con i suoi 3 casi presentava un TI di 4,46 contro il 5,94 dell’ultimo rapporto. Capena invece ha mantenuto lo stesso tasso del 2013: 5,54. Da notare tuttavia che anche nel rapporto del 2013 Capena occupava il primo posto nella classifica dei comuni laziali più colpiti dal MM, seguita sempre da Campagnano e Rignano”.
Ci sarebbe da notare anche che il dato 2013 è più che superato. In ogni caso, come scritto nella piccola pubblicazione – in pratica una raccolta di dati ufficiali – i casi di Mesoteliomi Maligni (MM), forse collegati alla presenza dell’amianto, perché non vi è evidenza in tal senso, sono quattro a Campagnano e Rignano e tre a Capena. Nella tabella 3 si sottolinea che nel caso del tumore alla prostata, “il tasso di 1.26 colloca il Distretto F4 in quarta posizione rispetto alle 46 aree del Lazio”.
Nell’area Monterotondo, Capena e Riano 58,68 tonnellate per kmq
Complessivamente nell’area tra i comuni di Monterotondo, Riano e Capena la quantità di Mca rilevata, secondo le rilevazioni ufficiali è pari a 58,68 tonnellate per chilometro quadrato, le coperture sono pari 391.193 mq. La pubblicazione inoltre, conferma che per quanto riguarda Capena non c’è stato alcun incremento dal 2013. Sottolinea però che il problema, visti i dati, necessita di essere tenuto in grande considerazione e monitorato costantemente. Il libro mette in guardia popolazione e amministrazioni, parlando di negazionisti ma per fortuna non esiste alcuno impegnato a negare dati ufficiali e questo fa bene sperare. Il fatto che il cumulo di amianto della Cantina sociale, probabilmente il più grande presente nel comune tiberino, sia avviato allo smaltimento non può che ridurre la portata del problema. Si abbatte una fonte di inquinamento insidiosa, si riduce il rischio e si respira meglio. A Capena e oltre. Buona notizia.