L’amore, portatore di gioie, dolori, per ottenerlo saremmo disposti a tutto. Per amore sono iniziate battaglie epiche, ancora oggi ricordate e fiumi di poesie sono stati scritti sull’onda di amori finiti. Per noi contemporanei è cardine delle nostre vite, tanto che abbiamo la festa degli innamorati, San Valentino. Ma da dove arriva questa festa tanto amata?
Lupercalia: contesto
I romani erano molto attaccati alle cadenze calendariali e alle feste. Avevano un ampio rispetto delle tradizioni. I Lupercalia, cadono nel periodo più ampio dei Parentalia, un gruppo di nove giorni dal 13 al 21 Febbraio, giorni funesti, i templi sono chiusi, non si svolgono sacrifici ed è proibito contrarre matrimoni a causa dell’impurità della Città.
Questo è il tempo per i Lupercalia, celebrati nella grotta ai piedi del Palatino chiamata Lupercal, secondo una delle leggende, qua furono allattati i gemelli Romolo e Remo.
I Lupercalia
Immaginiamo per un momento di essere nella Roma Repubblicana, è il 14 di Febbraio e non festeggiamo San Valentino, ma i Lupercalia. Le origini della festività seguono varie correnti, ma tutte portano alla stessa linea di esecuzione del rituale.
Il rituale
I gemelli di Marte sono i primi Luperci, selvaggi, destinati a scomparire. Per questo motivo devono fondare una città, uscendo così dalla visione agreste fatta di boschi e pascoli, riuscendo a sopravvivere e fondando una grandiosa civiltà.
La prima parte del rito era di purificazione ma purtroppo ne sappiamo in quanto l’unica fonte scritta pervenuta è Plutarco nella Vita di Romolo. Inizia tutto con l’uccisione delle capre, seguito da attenti passaggi simbolici che coinvolgevano due giovani nobili romani, così in sequenza: uccisione simbolica, risveglio e rinascita.
La seconda parte del rituale ha valore propiziatorio di fecondità, dei campi, delle greggi, di Roma e delle donne. A questo punto, ecco spiegato il titolo dell’articolo:
“tagliate a strisce le pelli delle capre, i Luperci corrono nudi con la sola cintura indosso, colpendo con gli scudisci coloro in cui s’imbattono.”
(Plut. Rom., 21, 7. Nella traduzione di Antonio Traglia).
Nudità? Quale nudità?
I Luperci sono definiti latinamente nudi, non perché corressero senza vesti ma poiché privi della toga caratteristica del cittadino romano. In senso lato, l’abbandono del valore politico del cittadino e l’abbraccio del selvaggio. Tanto da rimanere emblematico il lambire i confini della città imposti da Romolo, non varcandoli.
Lupercalia o San Valentino?
I Lupercalia rientravano del bagaglio delle festività ancora in vigore durante il periodo Cristiano nel IV secolo d.C. fu Papa Gelasio I nel 496 d.C. a bandire la festività romana istituendo San Valentino in onore del martire, guida verso il matrimonio e difensore delle storie d’amore.