Sono entrato per la prima volta nella libreria L’Amico Fritz a ottobre, in occasione della campagna nazionale Io Leggo Perché. Luana, mentre mi parlava dei suoi titoli per bambini e ragazzi, non toccava i libri, li accarezzava. Di lì a poco la libreria, in via Cesare Pascal, attaccata a via Baldo degli Ubaldi, sarebbe stata invasa da tanti piccoli lettori per l’ennesima lettura teatrale organizzata per le scuole.

Uno spazio bello, accogliente, dove si respirava passione e voglia, amore per i libri, per le loro storie nascoste, per i valori e le idee che sarebbero sbocciate dalla loro lettura. Per questo, quando lo scorso 2 gennaio ho letto il loro post su Facebook, facevo fatica a crederci. “Siamo agli sgoccioli di queste lunghe feste e non posso più rimandare – scrive Luana – Fritz chiuderà a fine Gennaio, le ragioni che mi hanno spinto verso questo finale sono molteplici, ma sono personali e le tengo per me, ci ragionerò sopra tra qualche tempo e le userò come concime per la prossima semina. Ho il cuore spezzato e sono molto triste, ma so che è la decisione giusta”.

A Roma le librerie continuano a chiudere. Secondo la Confcommercio, dal 2007 al 2017, nella capitale sono scomparse 223 librerie. E i numeri sono destinati a crescere in questo nuovo decennio. Lo scorso anno si era chiuso con un’altra triste notizia: La Pecora Elettrica, libreria di Centocelle data alle fiamme per ben due volte, non avrebbe riaperto. “È una scelta che non viviamo come una sconfitta. Una fase si è chiusa, è vero, ma c’è talmente tanta energia in circolazione che nascerà qualcosa di nuovo, perché la Pecora Elettrica ormai è ovunque” aveva detto Danilo, il proprietario.

Stessa sorte per la Libreria del Viaggiatore, storico punto di riferimento per i bibliofili di mezzo mondo in via del Pellegrino. E il 2020 si apre allo stesso modo: la Feltrinelli International, in via Vittorio Emanuele Orlando, e la Feltrinelli di via Giovani Pierluigi da Palestrina, in zona Cavour, da domani non apriranno.

Dietro c’è il grande fantasma di Amazon, del tutto e subito comodamente a casa. Dietro ci sono i dati sulla lettura in Italia e le appena 4 persone su 10 a leggere almeno un libro all’anno. A giugno dello scorso anno, Claudio Morici aveva analizzato su Internazionale il lento declino delle librerie romane. E concludeva così: “Oggi so qual era il vero motivo per cui rubavo libri a vent’anni. Avere libri senza pagare è un po’ come voler crescere senza soffrire. Purtroppo non funziona. È una delle poche cose che non si possono imparare sui libri. Il punto è che forse vale anche per una città grande come Roma. Non si può essere così stupidi da non capire che crescere, cambiare, migliorare, diventare ancora più grandi non è possibile senza investire, sostenere, prendersi il rischio di scegliersi il futuro. E sostenere economicamente le librerie indipendenti sarebbe davvero un ottimo affare per tutti”.

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