Un numero in più a disposizione delle donne per denunciare le violenze. E’ il 331.234.1213 e sarà operativo presso il Policlinico Tor Vergata h24 dal 1° dicembre, come opzione si può scrivere all’indirizzo sportello.antiviolenza@ptvonline.it. L’iniziativa è tra quelle predisposte dalla Direzione Generale dell’Azienda per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre oggi 25 novembre, e si avvale della collaborazione dell’Associazione Differenza Donna. “Siamo felici che il Policlinico universitario di Tor Vergata si faccia promotore di azioni di cambiamento concrete, a fianco delle donne, di sostegno a chi ha bisogno che le istituzioni siano dalla loro parte. Con questo servizio questo ospedale diventa parte attiva della rete antiviolenza, non solo il 25 novembre, ma tutti i giorni”. Nello spazio esterno antistante l’ingresso principale del Policlinico ieri nove operatrici appartenenti a figure professionali diverse, in rappresentanza di tutte le categorie professionali, hanno messo in scena un flash mob con lo scopo di sensibilizzare simbolicamente visitatori, passanti ed operatori sul tema della violenza.
Nella stessa area esterna una delle panchine presenti è stata tinta di rosso con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul tema, anche grazie alla targa che vi è stata apposta che ricorda il numero antiviolenza 1522 e il gesto di richiesta di aiuto da utilizzare in caso di violenza. “Anche in questo progetto, come in altri recentemente avviati dal Policlinico Tor Vergata, valore strategico riveste il concetto di rete, intesa come lavoro di collaborazione e sinergia tra professionisti di diversi enti e competenze, con l’obiettivo comune della tutela della persona nella sua complessità.” ha dichiarato il Direttore Generale del Policlinico Tor Vergata Giuseppe. Il progetto prevede percorsi di accoglienza personalizzata. Questa scelta per l’assesore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato “rappresenta un’imprescindibile garanzia di cura e di tutela che consente a chi ha subito un abuso di sentirsi realmente inserito all’interno di un percorso protetto e sicuro di assistenza e di presa in carico globale”