Sta facendo il giro del mondo la notizia che tre scienziate italiane, Maria Rosaria CapobianchiConcetta Castilletti e Francesca Colavita dell’INMI (Istituto Nazionale per le Malattie Infettive) “Lazzaro Spallanzani” hanno isolato il coronavirus cinese: l’annuncio è stato dato dal ministro della Salute, Roberto Speranza e del direttore dell’Istituto, Giuseppe Ippolito (insieme a loro nella foto).

Si tratta, si legge sulla pagina Twitter dell’INMI, di un importante passo avanti che consentirà di accelerare la ricerca sul coronavirus. E simili sono le parole del Ministro, che nella conferenza stampa indetta nel pomeriggio di ieri, 2 febbraio, ha affermato che aver isolato il virus “significa avere molte opportunità di poterlo studiarecapire e verificare meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione. Sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazionale. Ora sarà più facile trattarlo”.

SiciliaCampania e Molise: sono le tre regioni “patria” delle scienziate che lavorano allo Spallanzani. Vantano curriculum di tutto rispetto: la biologa Capobianchi, specializzata in microbiologia, è la direttrice del laboratorio di virologia; la dottoressa Castilletti è la responsabile dell’unità “virus emergenti” – e proprio per questo suo ruolo ha vissuto un periodo in Africa per studiare il virus dell’Ebola; e nel continente africano era affiancata anche dalla terza ricercatrice, la giovane (30 anni) biologa Colavita. Che – paradosso tutto italiano – è ancora precaria…

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