Ormai che siamo in piena crisi energetica è appurato. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha scatenato la prima crisi energetica a livello globale, mettendoci faccia a faccia con la realtà dei fatti.
Se nel 2021 la domanda di energia elettrica è cresciuta del 6%, nel 2022 è, invece, prevista una crescita limitata al 2,4%, rispecchiando a pieno la situazione che stiamo vivendo. L’elettricità costa sempre di più, il costo della vita è aumentato e, di conseguenza, l’economia ne risente, indebolendosi. Questo è il quadro attuale, la recessione avanza.
Se il versante “carburanti fossili” è sempre più critico, il panorama delle rinnovabili sta invece fiorendo. Nel 2022 la capacità installata degli impianti rinnovabili è cresciuta del 10%, grazie agli investimenti fatti per aumentare il numero di impianti produttivi.
Questo comporta a lungo termine una riduzione delle emissioni di gas serra che, con estati sempre più torride, non può che essere un gran miglioramento.
Grazie a questo incremento delle rinnovabili in Europa si prevede nel 2023 una riduzione dei gas serra pari al 8% a fronte, purtroppo, di un aumento nei prossimi mesi del 3%, dovuta alla necessità di attingere al carbone per compensare la diminuzione di fornitura del gas russo.