Ricominciare seguendo lo stretto sentiero della canapa light. Così due fratelli romani con relative compagne e figli al seguito, hanno tagliato i ponti della loro vita metropolitana per iniziarne un’altra sul cucuzzolo di una collina sabina. L’anno scorso, mettendo a frutto i pochi beni di famiglia – due casette in un minuscolo e bellissimo borgo ed un fazzoletto di terra grande appena 4000 metri – hanno lasciato la città senza rimpianti ma con le idee ben chiare. Invece di piantare ulivi come tutti, hanno infatti messo a terra 2000 piante di marijuana imboccando la via tracciata dalla legge 242/2016 che consente la coltivazione di “infiorescenze” di Cannabis light contenenti un livello minimo di principio psicoattivo THC (molecola delta-9-tetraidrocannabinolo) e cioè sotto il livello dello 0,2%. Il prodotto ottenuto è destinato a scopi terapeutici in quanto antinfiammatorio e antidolorifico.
Stanchi di una vita di fatica frustrazione e precarietà
“Eravamo tutti stanchi – racconta Leonardo – abitavamo a Roma, città in cui siamo nati, facevo il corriere dodici ore al giorno sul furgone per consegnare pacchi e tornavo a casa svuotato. Solo fatica e stress”. La sua compagna, tatuatrice professionista con impieghi precari a partita iva. Il fratello esperto informatico, ma con contratti a tempo determinato, sposato e con due figli di 8 e 10 anni. Tutti con la voglia di dare un taglio secco a quella vita che viaggiava sui binari di frustrazione e precarietà cronica. Per mesi le due famiglie hanno impegnato i week end ristrutturando le abitazioni e preparando il terreno. Poi il trasferimento e la costituzione di una società per produrre e commercializzare la cannabis light.
Un buon inizio, un buon raccolto
Ognuno svolge un ruolo secondo le proprie competenze ed inclinazioni, i bambini vanno a scuola nel paese vicino e poi razzolano per le vie del borgo fino a sera. A settembre il primo raccolto, 30 chili. “E’ un buon inizio per la nostra società Kamapuaa – spiega Leonardo – dietro c’è molto lavoro. Occorre seguire la femminizzazione delle piante ed eliminare quotidianamente da ogni filare le piante maschili che hanno i semi, fare la trimmatura che consiste nel pulire e rasare le foglie intorno al fiore. Poi c’è la fase dell’essiccazione e del confezionamento, della vendita, dei controlli e la parte commerciale e burocratica. Vendiamo soprattutto attraverso la rete all’indirizzo https://www.kamapuaa.it/, ma in questi giorni forniremo due punti vendita a Roma. Ce la stiamo facendo”.
Una storia di migranti al contrario. Da Roma a Mompeo
Questa è una storia di rinascita e di migrazione al contrario, verso le terre dei genitori. Da Roma a Mompeo, in provincia di Rieti, 525 abitanti. La terra del Peschiera dal quale arriva l’acqua dei nostri rubinetti. Lì, nei pressi delle gole dove opera un impianto dell’acquedotto, il tempo sorveglia i resti di un antico villaggio medievale sormontato da una grande torre di avvistamento. Si racconta che fosse rifugio per chi scappava dalle guardie di principi e papi. Ogni luogo ha il suo genius loci, dicono. Qui deve essere quello della fuga e nuovo inizio.