Daje de Alberi. Fonte Foto: Facebook

Attaccata a un albero, in via Lanciani, quartiere Nomentano di Roma, c’è una targhetta. “Innafiami!” dice e sotto c’è un motto “Condivide et Albera”. Mi giro e ne trovo un’altra, sempre su albero. Poi un’altra ancora. E le stesse le puoi trovare nel quartiere Appio, al Nuovo Salario, tra Ponte Milvio e Labaro, al Tiburtino. Lì dove arrivano le mani ma soprattutto gli innaffiatoi di Daje De Alberi, l’associazione no profit romana che si prende cura degli alberi della capitale.

Daje de Alberi. Fonte Foto: Facebook
Daje de Alberi. Fonte Foto: Facebook

Tutto è nato in maniera amatoriale nel 2019 per piantare degli alberi sotto casa, perché la piazza dove vivevo nel quartiere Nomentano di Roma era spoglia – racconta Lorenzo Cioce, fondatore dell’associazione – Sono dell’idea che pubblico e privato debbano collaborare e debbano imparare a farlo sempre di più in pieno cambiamento climatico come ci indica la nostra Costituzione”. Inizia così il progetto di riforestazione e rigenerazione urbana che, come obiettivo, ha quello di difendere gli alberi esistenti ma anche di piantarne di nuovi, coltivare fiori e arbustri, curare il verde esistente nelle vie della città. “La nostra missione è aumentare il patrimonio e difenderlo. Condivide Et Albera – continua Cioce – Noi cerchiamo di essere propositivi e agire per creare qualcosa che poi rimanga alla città e alle comunità nel tempo. Il senso di comunità che stiamo creando tra le persone e gli alberi è fondamentale”. In strada scendono tutti: pensionati, studenti, lavoratori, c’è chi si affaccia e porta con sé una bottiglia d’acqua, chi invece decide di donare tramite il sito o chi porta semi e piccole piante.

Un’associazione nata per stare insieme, sì, ma non solo. Perché l’obiettivo di Daje De Alberi è quello di migliorare il luogo in cui si vive e la qualità della vita di chi ci abita. “Ci si prende cura a lungo termine anche della salute e del portafoglio – ha spiegato il fondatore in un’intervista a La Repubblica – Un viale alberato è circa 8°C meno caldo di uno spoglio e in estate fa risparmiare qualche ora di condizionatore o di ventilatore. E mentre il verde accresce la bellezza e la vivibilità di un quartiere ne aumenta anche il valore economico. Poi dove ci sono alberi si è portati a camminare di più, così si prevengono le malattie cardiovascolari”.

Daje de Alberi. Fonte Foto: Facebook
Daje de Alberi. Fonte Foto: Facebook

Una ricerca del 2002, condotta in Giappone, ha messo in risalto l’associazione tra la presenza delle aree verdi vicino alla casa dei residenti e il tenore di vita di oltre 3 mila anziani della città di Tokyo. La sopravvivenza, nell’arco di 5 anni, era direttamente proporzionale allo spazio disponibile per camminare, al numero di parchi e di strade alberate vicino al domicilio. Un altro studio, del 2009, condotto nei Paesi Bassi su 350.000 pazienti ha evidenziato che per 15 delle 24 patologie esaminate la frequenza delle malattie croniche (infarti, disturbi scheletrici, ansia, depressione, infezioni respiratorie, cefalea, vertigini, infezioni delle vie urinarie, diabete) era inferiore in chi viveva a meno di 1 km di distanza da parchi o aree verdi.

Tutelare il verde pubblico, insomma, fa bene. E fa bene innanzitutto a noi stessi. Un discorso che vale per una grande città come Roma ma che è attuale anche per il nostro territorio. Immerso nel verde, sì, ma continuamente minacciato da incendi oppure messo in pericolo dalle monocolture agricole. Per cambiare qualcosa, allora, basta iniziare in piccolo. Piantando un albero, oppure annaffiandolo. Prendendosi cura di un pezzo di città, di paese, di via, di quartiere. Un pezzo che è di tutti e che è anche nostro.

Daje de Alberi. Fonte Foto: Facebook
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