Dopo il caso del Pitbull Aron bruciato vivo dal suo padrone a Palermo e morto dopo giorni di sofferenza, ci troviamo nuovamente di fronte ad un episodio di tortura ed uccisione nei confronti di un animale indifeso.
Questa volta il fatto si ripete a Morlupo (RM). Nel pomeriggio di lunedì 15 gennaio, una signora passeggiando con il suo cane nel giardino dell’anfiteatro di Piazza Armando Diaz, ha notato a terra i resti di un gatto torturato attraverso l’esplosione di petardi.
Secondo quanto riportato dalle fonti, l’animale sarebbe stato chiuso in un sacco della spazzatura e fatto saltare in aria, più volte, dall’esplosione di bombe carta e petardi.
La signora testimone del fatto ha subito avvisato la Polizia Locale la quale, attraverso due collaboratrici locali dell’Enpa, ha segnalato l’accaduto alla Nazionale Protezione Animali di Roma. Il corpo del felino è stato rinvenuto con evidenti segni di violenze e pezzi di plastica fusa.
Nel pomeriggio di domenica 14 gennaio era già stato segnalato alla Polizia Locale e alle Forze dell’Ordine un gruppo di ragazzini che sparavano bombe e petardi.
Di seguito le parole di Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa: “Dopo il caso di Barletta ci troviamo ancora di fronte a un gatto ucciso e torturato con i petardi, un orrore che si ripete e che conferma la spirale di violenza che sta colpendo gli animali in questo momento e che ci preoccupa enormemente. Abbiamo subito attivato l’ufficio legale Enpa attraverso l’avvocato Claudia Ricci e stiamo cercando di capire se ci sono immagini di telecamere registrate nella zona. Ringrazio le volontarie delle associazioni che sono intervenute. Avevamo già lanciato un allarme sull’aumento delle violenze nei confronti degli animali da parte dei minori, sempre più spesso coinvolti in questi reati. Servono pene più severe e il riconoscimento della pericolosità sociale degli individui che compiono questi reati sugli animali”