Eppur qualcosa si muove, potremmo dire citando Galilei. Anche se, visto il tema, forse sarebbe meglio usare Pierangelo Bertoli: “eppure il vento soffia ancora”. E soffia anche sulla Regione Lazio, la stessa che ha bloccato, almeno fino a giugno 2022, le autorizzazioni a nuovi impianti di produzione di energia eolica e di fotovoltaico.
L’emendamento, firmato dall’assessora regionale alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale, Roberta Lombardi, è stato approvato nella IV Commissione del Consiglio Regionale. “Dobbiamo porre fine una volta per tutte sui nostri territori al conflitto tra sviluppo delle energie rinnovabili e tutela delle nostre produzioni agricole, da cui deriva buona parte delle eccellenze del Lazio – ha spiegato Lombardi – Se da un lato è necessario incentivare l’energia pulita per rispettare la roadmap verso l’ambizioso obiettivo Ue di arrivare a zero emissioni inquinanti entro il 2050, dall’altro l’installazione degli impianti FER non può produrre ulteriore consumo di suolo a scapito dei terreni agricoli e del Paesaggio”.
Una decisione “estremamente sbagliata e dannosa” secondo Marietta Tidei, Presidente della Commissione Sviluppo Economico del Consiglio Regionale del Lazio, che sottolinea il rischio di “frenare quella transizione ecologica su cui dobbiamo invece puntare per risollevare l’economia del Paese e instradarlo su un percorso virtuoso di crescita e di creazione di nuovi posti di lavoro“. Lo stesso percorso di cui l’Italia si è fatta promotrice nel recente G-20 sul clima.
E così, tra impasse e dibattiti politici, qualcosa continua a muoversi. Anzi a soffiare
Da Taranto a Civitavecchia, l’eolico va al mare
Sono arrivate nel porto di Taranto, ad agosto, le torri per realizzare il primo parco eolico offshore d’Italia e del Mediterraneo. Un impianto che interesserà uno specchio d’acqua di 131.000 metri quadrati, posti a 2.5 km di distanza dalla costa, e che sarà costituito da 10 turbie da 3MW, ciascuna con 30MW di potenza nominale installata. La produzione energetica stimata? 55.600 MV/h, ovvero il fabbisogno di 18.500 famiglie. L’investimento? 80 milioni di euro, provenienti da fondi privati.
Un progetto che porta la firma di Luigi Severini, ingegnere che ha deciso di raddoppiare, anzi triplicare la proposta. Sono in questi giorni sul tavolo del Ministero della Transizione Ecologica altre tre fascicoli simili, che riguardano tre impianti simili da installare in Sardegna, in Sicilia e, infine, nel Lazio, precisamente a Civitavecchia. Un progetto che ha già raccolto il benestare di Comune e Regione e che prevede, come primo passaggio, l’installazione di 15 pale eoliche, capaci di produrre 210MW. Investimento da 600 milioni di euro, che prevede la creazione di un vero e proprio hub del Mediterraneo per l’eolico offshore.
Dal mare al tribunale, il parco eolico a Civita di Bagnoregio
È una vittoria per le energie rinnovabili anche quella che arriva dal Tar del Lazio, che il 4 agosto scorso ha respinto la richiesta di sospensiva del Comune di Bagnoregio contro l’installazione di una pala eolica all’interno del proprio territorio. Un progetto partito nel dicembre 2019 e che prevede la costruzione di un aerogeneratore in località Podere Rosignolo. Altezza 100m, potenza nominale 0,975 MW. Il Comune aveva espresso parere negativo durante la Conferenza dei servizi, che aveva invece fatto registrare l’autorizzazione della Provincia di Viterbo. Il nodo del problema, per l’amministrazione comunale, sarebbe stata la candidatura di Civita di Bagnoregio a sito Unesco, che avrebbe rischiato di essere messa a rischio dall’impianto eolico. “Nel bilanciamento degli interessi in gioco, prevale quello pubblico all’installazione dell’impianto“, ha dichiarato il Tar.
E proprio il problema della deturpazione del paesaggio, argomento principale proposto dagli obiettori dell’eolico, è quello che vuole sconfiggere una start-up spagnola. Si chiama Vortex Bladeless e ha creato una turbina eolica senza pale, riducendo l’impatto sull’ambiente e le emissioni acustiche. Il sistema, ideato da David Yanez, prevede un cilindro alto circa 3m (ma i ricercatori hanno pronto il progetto per crearne uno da 140m), fissato verticalmente su una base attraverso cavo elastico. Il cilindro, una volta esposto al vento, inizia a vibrare e a oscillare. Un movimento che crea energia. Nessun rumore per persone e animali, nessuna pala.
A che punto è l’eolico nel Lazio?
A livello comunitario, la produzione di energia eolica nell’Unione Europa si concentra per il 90% in 7 Paesi: Germania, Spagna, Danimarca, Italia, Portogallo, Francia e Paesi Bassi, con la conseguente creazione di 20 mila posti di lavoro. Il nostro è quindi il quinto Paese in Europa, in termini di capacità eolica installata. Tra le regioni più attive troviamo l’Abruzzo (10 impianti), la Sardegna (15), la Campania (16) e il Molise (19). Il Lazio, invece, ha solo tre parchi: Paliano e Viticuso, in provincia di Frosinone, 9 aerogeneratori il primo e 12 il secondo, mentre il più grande è quello di Piansano, in provincia di Viterbo, con 21 aerogeneratori, per un consumo di 42MW totali.
In attesa che si inizi a produrre energia eolica anche a Civitavecchia e a Bagnoregio. E poi, forse, intorno al Lago di Bolsena e nel Reatino. Perché il vento soffia ancora.