Si è aperta oggi e sarà visitabile fino a domenica 9 gennaio, a Faleria, la mostra “Calendario 2022“, dedicata alla tradizionale pubblicazione che l’Amministrazione Comunale compie ogni anno in collaborazione con la Pro Loco.
Protagonista di quest’anno è Ottone III, l’imperatore del Sacro Romano Impero morto proprio a Faleria, precisamente a Castel Paterno, nel 1002 (e se non ci credete, c’è sempre Wikipedia che può confermarlo). Saranno quindi 1020 anni da quel giorno avvolto nel mistero e nella leggenda: il giovane Imperatore vagheggiava la Restitutio Imperii Romanorum, ovvero il sogno di riportare in vita l’Impero Romano. Non ce la farà, morendo all’età di 22 anni, in un freddo giorno di gennaio. A ucciderlo, forse, fu Stefania, moglie di quel Crescenzio il Nomentano che aveva cospirato contro l’imperatore e per questo era stato ucciso. La donna divenne concubina del giovane Ottone III e, racconta la leggenda, avvelenò il suo amante e per questo fu condannata a risiedere in un altro castello di Faleria, quello di Fogliano, che nei racconti paesani è per tutti “Il castello della Signora“.
Le foto del calendario sono scattate da Maurizio Pennacchio e documentano i resti, affascinanti e magici, di quello che fu uno dei più importanti castelli del centro Italia. Porte di accesso, fortificazioni, canali ipogei, cavità antiche che meritano di essere riscoperte e che sono state ripulite negli ultimi mesi proprio grazie agli sforzi dei volontari della Pro Loco.
Nel calendario, che sarà acquistabile alla mostra, allestita presso la Sala della Misericordia, oltre alle foto ci sono i volti e le biografie delle personalità che hanno accompagnato Ottone III: il Papa Silvestro II, l’imperatrice Adealaide, la bizantina Teofano, Giovanni Filagato. “Attraverso la conoscenza di queste figure vogliamo far conoscere e valorizzare Castel Paterno e Castel Fogliano, con ripulitura dei siti, passeggiate e visite guidate” si legge nella presentazione del calendario. Il primo passo per riscoprire Ottone III e il suo rapporto con Faleria è proprio questa mostra. Un tuffo nel passato di 1020 anni fa.