Finanziati con un contributo regionale i lavori di recupero del Parco Del Drago, a Filacciano, chiamato dai cittadini “il giardino” Diverrà fruibile e mutimediale. Situato ai margini del centro storico, sulla sinistra del viale alberato di accesso al paese, su un terreno esposto a Nord in un pendio dolcemente degradante verso il Tevere, il complesso è costituito da una parte di circa 5.800 mq di proprietà comunale, mentre la restante parte appartiene tuttora alla famiglia Del Drago.
Oltre l’abbandono grazie ad un contributo regionale
Da anni l’intera struttura versa in stato di abbandono. Il parco, in parte addossato a nord al nucleo storico, è collegato con gli scantinati del castello Del Drago, tramite un percorso sotterraneo, di cui si intravede ancora oggi l’accesso. Nel catasto Gregoriano del 1819 (tav. 45 p.80) tutta l’area, appartenente al marchese Gian Battista Mauri e al fratello sacerdote Don Carlo, risulta a carattere agricolo e boschiva. Nel cessato catasto del 1876 la situazione è pressoché invariata e i terreni passati di proprietà al principe Filippo Del Drago restano coltivati a seminativo–vitato. A partire dalla fine del XX secolo nel comune di Filacciano vengono effettuate opere di viabilità circostante al Parco Del Drago. Risalgono agli inizi del XX secolo le prime fonti che documentano con certezza l’esistenza del parco, menzionato anche dal cartografo Tomassetti intorno al 1913 e dal Pizzirani nel 1931. L’insieme deriva da un vero progetto, basato su criteri paesaggistici dell’epoca.
Foto aree della Raf raccontano di viali e giardini all’italiana
Il terreno su cui si introducono numerose specie, anche esotiche, viene solcato da una rete di viali, delimitati da filari, siepi ed alberi. Nelle foto aeree eseguite dalla RAF nel 1944 la vegetazione del Parco appare in ottime condizioni, sono chiaramente visibili il tracciato dei viali e l’adiacente giardino all’italiana. A partire dagli anni Sessanta il parco, curato sempre meno, si trasforma in una selva inestricabile, devastata da specie infestanti che ne rendono difficile l’accesso. La porzione di proprietà comunale è stata interessata nel 2002 da lavori di recupero ambientale. Il parco presenta tuttora delle essenze arboree di gran pregio, fra cui Alloro di oltre 70 anni, Piante di Tiglio di notevole grandezza, Piante di Farnia, Piante di Roverella, Piante di Leccio ed un boschetto di Bamboo. Con lo stesso intervento fu ripristinata una gradonata di accesso al parco, lungo il percorso fu collocata con funzione di arredo una fontana zampillante mentre, al suo interno, il parco presenta una tensostruttura con pavimentazione in legno, utilizzata nel tempo ad vari usi.
Intervento multimediali , segnaletica Qr Code, audioguide
“La valorizzazione del parco -spiega il sindaco Silverio De Bonis – oltre il recupero e messa in sicurezza del sito, avrà una vocazione di fruibilità per cittadini e turisti. Gli interventi saranno multimediali con segnaletica dotata di Qr Code con l’installazione di 5 audioguide in italiano, inglese e lingua dei segni. Inoltre, 5 virtual Tour 360° per la fruizione in modalità virtuale e per le disabilità motorie. Ed anche un calendario degli eventi e manifestazioni per valorizzare l’intero territorio con il relativo elenco delle strutture ricettive alberghiere e di ristorazione”.