Il Covid-19 corre veloce e l’Italia comincia a manifestare affanno. E riprende a inseguirla, l’epidemia, faticando a governarla. Lo dicono i dati, tutti in crescita, snocciolati dalla Fondazione Gimbe che da inizio epidemia dedica il suo monitoraggio indipendente all’evolversi del Sars-CoV-2 nel Paese. E che proprio sulla scorta del peggioramento di tutti gli indicatori lancia un appello alla massima collaborazione tra gli amministratori locali, affinché integrino, dove e appena serve, le ultime misure assunte con decreto. Del resto lo prevede lo stesso Dpcm: le Regioni possono intervenire con ulteriori giri di vite per arginare e contrastare i contagi.

Da qui il monito del presidente Gimbe Nino Cartabellotta: «Gli effetti delle misure del nuovo Dpcm – spiega – oltre a non poter essere valutati prima di 3 settimane, saranno in parte neutralizzati dall’incremento esponenziale dei contagi e dall’ulteriore sovraccarico dovuto all’influenza. Ci appelliamo a Regioni e sindaci: intervenire tempestivamente con misure restrittive locali, compresi lockdown mirati, per spegnere i focolai, arginare il contagio diffuso e prevenire il sovraccarico degli ospedali. Altrimenti il rischio di restrizioni più ampie (lockdown incluso) è dietro l’angolo».

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