Una bella immagine del parco della Fondazione Serpone. Al suo interno, custodisce venticinque opere di arte contemporanea di assoluto valore, realizzate come pezzi unici da artisti di fama internazionale.

Fondazione Serpone: la magia della fusione tra arte, natura e cosmo

 

Much less is known than not,

More far than near.

[È molto meno il noto che l’ignoto,

È molto più il lontano che il vicino.]

Philip Larkin

Il Parco e la splendida veduta dalla Fondazione Serpone.

Gli elfi no, non li abbiamo visti. E neanche gli altri abitanti del bosco. C’erano, però. Li abbiamo “sentiti”. E qualcuno tra i più fortunati o, meglio, con l’anima più predisposta e aperta della nostra, in questo luogo incantato siamo certi che per un attimo li scorgerà. Magari poco dopo il tramonto, quando le luci si fanno più indistinte e la magia può finalmente entrare in scena.

“Dormiente” di Mimmo Paladino
La prima opera posizionata sulla punta del corno destro della costellazione del Toro è un ‘dormiente’ di Mimmo Paladino. I dormienti di Paladino sono figure che di solito vengono realizzate in terracotta o in vetroresina. Per il parco Serpone, Mimmo scelse il laghetto (alimentato da sorgenti naturali di acqua, che vengono utilizzate anche per irrigare il parco) come luogo per creare un’opera e decise di creare un dormiente. Ma volle creare un dormiente diverso dai suoi dormienti tipici. Al posto di essere rivestito di un’armatura, qui il dormiente è nudo, in quanto è protetto dalla natura. Non ha bisogno di proteggersi. È nella posizione fecale, come tutti i dormienti, sempre segno di una posizione in cui la figura è in attesa di un risveglio di tempi migliori. Qui, l’altra peculiarità è che l’opera è una fusione in bronzo, a differenza di tutti gli altri.
Foto Erica Di Buo

A poca distanza dal centro di Torrita Tiberina, in un parco e una villa legati a fatti storici che approfondiremo in un successivo articolo – spoiler: qui abitava la famiglia Del Bufalo – sorge la Fondazione Mario e Maria Pia Serpone.

“Scultura viaggiante C2” di Bruno Munari
La seconda opera nel percorso stellare è la “Scultura viaggiante C2” di Bruno Munari. Si tratta di monumentale cassa armonica, che fa parte di una serie di 9 sculture che fecero il giro dell’Italia negli anni 90. Chiamavano queste sculture delle macchine inutili, ma in questo caso, da macchina inutile diventa una macchina utile, emettendo un suono quando viene colpito dal vento. Sul retro della scultura, si nota un ‘mobile’ rosso, un accenno al periodo di collaborazione con il grande artista statunitense Alexander Calder.
Foto di Francesco Betti

L’antica villa ristrutturata, all’interno della quale è custodita una pregiata collezione d’arte privata, è circondata da un parco. Alberi, prati, stagni e laghetti – tutti curati con rigorosi sistemi rispettosi della biodiversità (chapeau) – sono il palcoscenico dove sorge il percorso “Taurus”, realizzato a cura di Maurizio Elettrico e Peppe Morra.

“Alice’s Bedroom” di Luca Maria Patella
Questi letti ‘monumentali e impossibili’ di Luca Maria Patella sono stati ispirati da un disegno mai realizzato di Marcel Duchamp. Esposti prima nel fossato del Castello Svevo di Bari e presso il Castel Sant’Elmo di Napoli, sono arrivati in Fondazione una decina di anni fa. Da una prospettiva i letti sono sbagliati o impossibili, ma salendo un piedestallo collocato appositamente a poca distanza dall’artista, il visitatore si renderà conto di quanto cambino le cose a seconda della prospettiva da cui si guardano.
Foto d Francesco Betti

Si tratta di venticinque opere di arte moderna e contemporanea, perlopiù visionarie e oniriche, realizzate come pezzi unici appositamente per questo luogo da altrettanti artisti di fama internazionale. Ad aggiungere mistero e magia a questo progetto e a far sì che “il lontano diventi più vicino”, le opere – in una sorta di cielo ribaltato – riproducono nella loro collocazione in terra il disegno della costellazione del Toro, fondendo insieme natura, arte e spazi cosmici.

“Angelo della finestra d’Occidente” di Vettor Pisani
Quest’opera site-specific, è stato fatto dall’artista come una critica forte dell’Occidente. Da un lato ci sono due corpi con le ali, come degli angeli, e dall’altro la testa. Simbolizza come l’Occidente tende a guardare da una parte senza seguire il corpo.
Foto Francesco Betti

Un incanto.

Del quale, per scelta editoriale, vi mostreremo in questo servizio esclusivamente alcuni dettagli, con pochi cenni descrittivi.

“Colpo di coda” di Trallallà
Questa scultura site-specific in acciaio corten dello street artist napoletano Trallallà dà l’effetto di una coda di cetaceo, o di sirena, che si inabissa in un prato con il panorama della Valle del Tevere come sfondo. La sirena è la figura mitica al centro della ricerca dell’artista. Figura ibrida, misteriosa, legata al mondo dei morti, seduttrice fatale, incantatrice. In particolare, la ricerca si focalizza sul “colpo di coda”: quando un pesce viene preso all’ amo, si dimena, agitando la coda, nel disperato tentativo di liberarsi, fino a sfinirsi. Questo gesto è il colpo di coda. La scultura è un disperato tentativo di fuga da un mondo che ha smarrito ogni senso del magico.
Foto Francesco Betti

Questo luogo, infatti, dove hanno fatto per noi da impeccabili anfitrioni Ottavio Serpone (figlio di Mario e Maria Pia) e sua moglie Christin Ariel Pettibone, va visto e vissuto dal vivo. Questo luogo parla di noi e a ognuno di noi. Con linguaggi, stili e profumi che toccano i sensi e l’anima e che riecheggiano in modo diverso proprio perché diversi tra noi siamo.

Sconnettersi dal mondo per tre ore e immergersi in questa oasi è qualcosa che sa di buono. E va assaporato nella massima libertà, quella che spesso solo il connubio autentico tra natura, arte e cosmo consente.

Ed è in grado di connetterci a sensazioni e parti di noi finora sconosciute.

 

Ottavio Serpone e Christin Ariel Pettibone ritratti il giorno del loro matrimonio, cinque anni, davanti a una delle opere più affascinanti presenti all’interno del Parco, “Monumento alla felicità” di Shozo Shimamoto.

 

Fondazione Serpone – Torrita Tiberina

Per organizzare una visita della Fondazione Serpone, un evento privato o per avere maggiori informazioni, inviare una mail a:
info@fondazioneserpone.org

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