Riceviamo e pubblichiamo – Il Lazio e Roma vogliono ripartire subito.

Più che insistere sul patentino vaccinale, ipotesi peraltro sconfessata in queste ore anche dal viceministro della sanità Pierpaolo Sileri per via delle varianti del virus, l’assessore D’Amato e il governatore Zingaretti si preoccupino in primis di far tornare il Lazio in zona gialla permettendo la riapertura di bar, ristoranti, teatri, cinema, palestre e iniziare davvero le vaccinazioni anti Covid a oggi numericamente irrisorie a fronte dei 6 milioni di abitanti nel Lazio.

La politica degli annunci e degli spot non risolve l’emergenza sanitaria di questa regione. Se, a oggi, è stato vaccinato solo l’uno per cento della popolazione laziale, come si può proibire, per esempio a un giovane, l’attività sportiva, ludica o ricreativa per almeno un anno (tanto sarà il tempo di attesa per gli under 30 prima di potersi vaccinare) se ci fosse l’obbligo di esibire il certificato vaccinale?

Zingaretti e D’Amato mettano da parte al più presto trovate anticostituzionali e discriminatorie e pensino piuttosto alla sanità laziale completamente allo sfascio e alle migliaia di attività in ginocchio.

Daniele Giannini
Consigliere regionale della Lega

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