Il Gramiccia è tornato ad essere la fogna di sempre.

Per qualche mese, dopo l’inchiesta dei carabinieri forestali di S. Oreste, il fenomeno si era ridotto ma dai primi di  novembre si è tornati alla montagna di schiuma (anche volante) di sempre. La sequenza è impressionante e da agosto è in crescita esponenziale come dimostrano gli ultimi video.

Chi scarica solventi nelle condotte fognarie della zona industriale di Fiano Romano ha ripreso a farlo in modo regolare e continuo. È evidente che esiste qualcuno che materialmente versa nelle condotte veleni sapendo quello che provoca e che è un atto da banditi. Probabilmente c’è chi ordina di farlo. L’omertà dei ricatti fa sì che chi sa non parli.

 

I sindaci di Fiano e Capena parte civile nel processo di Rieti

Di positivo c’è che l’attenzione non cala e noi come magazine on line la alimentiamo, come abbiamo promesso. È una battaglia a chi resiste di più. Quelli che denunciano e non mollano contro chi con protervia inquina da anni alla faccia di tutte le inchieste e di tutte le denunce.

Intanto i sindaci di Fiano e Capena, Davide Santonastaso e Roberto Barbetti, sono scesi in campo con atti concreti dando seguito ad un impegno comunicato nei mesi scorsi. Le amministrazioni comunali si sono costituite parte civile nel procedimento in atto nella procura di Rieti nominando ognuno un avvocato. I due legali potranno così avere accesso agli atti e cioè a quanto emerso dall’indagine condotta nel 2021, da maggio a fine luglio. Si potrà così avere contezza di quali sostanze sono state scaricate nel corso d’acqua e quali i tensioattivi producono quella montagna di schiuma.

Al termine di quella indagine si accertò che per molto tempo il depuratore dell’area industriale aveva scaricato i liquami nel fosso senza alcun trattamento. Sono state elevate multe amministrative e i magistrati hanno provveduto a rinviare a giudizio una persona.

I fatti dicono però che il depuratore era ed è solo un aspetto del problema. L’altro, quello delinquenziale che provoca un disastro ambientale così evidente da 20 anni, è ancora da individuare.

Inviato dossier a Forze dell’Ordine e Legambiente Lazio

Noi come giornale continuiamo con determinazione a fare la nostra parte. Venerdì scorso abbiamo di nuovo inviato il dossier, con tutti i video di questi mesi e gli articoli, all’attenzione delle forze dell’ordine e a Legambiente Lazio con la richiesta di poter effettuare l’analisi delle acque. Abbiamo appuntamento in settimana per concordare il da farsi e non è escluso che l’associazione presenti un esposto alla Procura di Tivoli. Noi, come chi con assoluta regolarità da anni pubblica i video dell’inquinamento, non molliamo. Il Gramiccia si può salvare.     

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