Domenica 15 settembre Sacrofano ospiterà il quartetto dell’Orchestra sinfonica Nova Amadeus. Protagonista della serata sarà Hans Zimmer e “La grande musica da film italiana e straniera”, in un omaggio ai più grandi compositori del cinema. Il concerto sarà accompagnato da immagini tratte dai film e vedrà la partecipazione della soprano Anastasiia Demchenko.

Non è certo il primo concerto con questo tema. Ci chiediamo quindi, perché la musica dei film ci piace così tanto? Cosa la differenzia dal resto della musica?

La musica nei film: da escamotage a pilastro portante della narrazione

[La musica nei film] deve esprimere quello che non esprimono né le parole, né le immagini, né i colori, né i vestiti, né le scenografie: l’interiorità del personaggio che potrebbe rimanere in ombra. Per ottenere questo deve essere il più possibile sola col personaggio e con la scena. È per questo che penso che la musica debba essere isolata il più possibile per essere ascoltata. Molti mi dicono: “lei per Leone ha fatto musica migliore che per altri”. Non è vero. È perché riesci ad ascoltarla, sta sul personaggio che piange, che ride, e così arrivano più facilmente il senso e la verità della sua applicazione.

Ennio Morricone in “Colloquio con Ennio Morricone sulla musica e il cinema: dove nasce, come nasce, che cos’è la musica per film?”, Franco Piersanti.

La storia della musica nei film inizia con il cinema stesso. Inizialmente utilizzata per coprire il rumore del proiettore, veniva eseguita dal vivo da un numero variabile di musicisti (a seconda della grandezza della sala). Il repertorio era quello della musica classica, appositamente rielaborata e riarrangiata per piano e per diversi organici, allo scopo di accompagnare la storia al meglio.

È made in Italy il primo film con una colonna sonora originale. Giovanni Pastrone affidò a Ildebrando Pizzetti la realizzazione dell’accompagnamento musicale di Cabiria, considerato uno dei primi kolossal della storia. Da quel momento la musica nei film diventa “applicata”, vale a dire realizzata in funzione di un’altra espressione artistica: il film. La colonna sonora originale si evolve da accompagnamento a parte narrativa dei film, attraverso la spinta propulsiva delle avanguardie. Da ricordare il compositore Max Steiner, il primo a utilizzare i cosiddetti temi, motivi riconoscibili che si ripresentano durante il film.

Oggi la musica originale è un pilastro portante dei film, tanto che i compositori sono legalmente co-autori dei film. Nelle produzioni cinematografiche i soggetti che lavorano alla colonna sonora si sono moltiplicati: non solo compositori, ma anche orchestratori, chi si occupa della produzione, consulenti e supervisori musicali. Anche lo stile musicale è cambiato, le espressioni artistiche si sono moltiplicate: “colonna sonora” oggi vuol dire anche elettronica, commistione con il sound design, assenza di tema.

Le funzioni della musica applicata sono numerose e di diverso tipo, così come i suoi utilizzi. Può essere semplice sottofondo ma può anche aprire una finestra nella storia, nei personaggi, nelle emozioni degli spettatori. Le colonne sonore sono oggi specchio della nostra cultura, impresse permanentemente nella memoria delle persone. 

Qualche anticipazione sul concerto: Hans Zimmer

Era il 1979 quando i The Buggles cantavano “Video Killed the Radio Star”. A una delle tastiere un giovanissimo Hans Zimmer, 22 anni, che in quel periodo suonava in diverse band. Dovremo aspettare il 1988 per vederlo approdare al cinema, ma Zimmer è oggi uno dei compositori di musica per film più influenti e amati. Tra le sue colonne sonore troviamo Il Re Leone (1994), L’ultimo Samurai (2003), Il principe d’Egitto (1998), Pearl Harbor (2001), Inception (2010), Interstellar (2014), la trilogia de Il Cavaliere Oscuro (gli ultimi tre titoli frutto del fortunato sodalizio con Christopher Nolan).

hans zimmer nel video video killed the radio star
Hans Zimmer nel video musicale di “Video Killed the Radio Star”.

Tra gli altri pezzi in programma, il quartetto eseguirà domenica tre dei suoi lavori più apprezzati: Il Gladiatore (2000), Pirati dei Caraibi (2003) e Dune (2021).

Il Gladiatore: tra ricerca etnica e lingue inventate

La partitura de Il Gladiatore è una delle più famose della storia del cinema, particolarmente amata nella Capitale (forse per qualche motivo particolare?). Nel 2001 è valsa a Zimmer un Oscar come miglior colonna sonora. Composta assieme a Lisa Gerrard, ha un’orchestrazione che prevede un organico molto ampio, con sonorità “giganti” che vogliono trasmettere l’idea di grandezza della Roma Antica.

Russell Crowe in una scena del film.

Quando viene messo davanti a una storia lontana nel tempo o nello spazio, il compositore può scegliere di comporre seguendo una via filologica – quindi riprendendo tradizioni e strumenti del periodo o del luogo – oppure filtrare tutto attraverso la sua sensibilità sonora. Hans Zimmer in questo film segue la seconda via, andando in Medioriente per trovare il duduk, uno strumento che nel film colora le melodie di un gusto etnico e antico.

Il brano più celebre della colonna sonora è “Now we are free”, testo scritto e cantato da Lisa Gerrard in una lingua che non esiste. La musica è parte integrante di questo racconto emozionante: la ricerca di strumenti e sonorità etniche ci riporta a un passato in cui possiamo toccare un filo legato al presente.

La ricerca etnica è una delle caratteristiche della scrittura di Zimmer, già messa in atto ne Il re leone e ne Il principe d’Egitto.

Curiosità: la “via filologica” nella composizione del film viene portata avanti dal gruppo Synaulia, autore di due brani che rispettano i canoni storici della musica romana.

Musica di… Hans Zimmer? Pirati dei Caraibi e le sue controversie

La musica di Pirati dei Caraibi viene spesso citata tra le migliori colonne sonore di Hans Zimmer. Eppure, sui titoli di coda de La maledizione della prima luna, il compositore della musica originale sembra essere un certo Klaus Badelt. Chi è e cosa c’entra con Hans Zimmer?

Johnny Depp in una scena del film.

Nel 1989 Hans Zimmer e Jay Rifkin fondarono un’azienda, conosciuta oggi con il nome di Remote Control Productions. Si tratta di un’enorme fabbrica creativa che riunisce circa un centinaio di compositori e compositrici guidati proprio da Hans Zimmer. Diversi i nomi provenienti dalla Remote Control Productions che si sono affermati nel panorama internazionale delle colonne sonore. La Remote Control ha “firmato” film di grande successo (Iron Man, Transformers, …) e anche titoli attribuiti popolarmente a Hans Zimmer (la trilogia de Il Cavaliere Oscuro, Inception, Il Re Leone, …).

Klaus Badelt faceva parte proprio della Remote Control quando realizzò la colonna sonora del primo film di Pirati dei Caraibi: aveva già realizzato diversi film come additional composer e compositore principale. In Pirati dei Caraibi, Hans Zimmer compariva accreditato come “Overproduced by” (dicitura dal significato incerto). Dopo l’enorme successo ottenuto dal film, si dichiarò invece autore della colonna sonora, tanto poi da occuparsi dei sequel.

La colonna sonora di Pirati dei Caraibi riprende le sonorità ampie e l’orchestrazione massiccia de Il Gladiatore. In realtà, riprende più di questo.

Suona forse familiare, dal minuto 5.50?

Lasciando da parte le controversie, la colonna sonora di Pirati dei Caraibi è entrata nell’albo delle più iconiche della storia del cinema, grazie alla sua potenza nel raccontare le vicende e il personaggio di Jack Sparrow.

Dune: musicare il deserto di Arrakis

Il primo capitolo di Dune (2021) è valso a Hans Zimmer un Oscar. Frutto del sodalizio con il regista Denis Villeneuve, Dune è uno dei lavori più ispirati di Zimmer. Non a caso il compositore dichiara di essere un grande fan del libro di Frank Herbert.

La storia fantascientifica racconta un distopico e distante futuro dell’umanità, in cui il duca Paul Atreides (interpretato da Timothée Chalamet) accetta la gestione di un pericoloso pianeta, Dune. È questo il pianeta che si rivela essere l’unica fonte di una droga in grado di allungare la vita e fornire capacità mentali del tutto eccezionali, la “Spezia”.

La sfida di Zimmer è stata quella di creare un mondo sonoro per la deserta Arrakis e per i suoi personaggi. In questa colonna sonora, forse più che nelle altre, è stato di fondamentale rilevanza il sound design e lo studio degli strumenti: lo scorrere della sabbia del deserto è una costante in quasi tutti i pezzi, realizzato versando sabbia in un piatto di metallo. L’utilizzo di strumenti “primordiali” a fiato e a percussione, uniti all’elettronica, danno alla musica un carattere più introspettivo rispetto ai kolossal composti da Zimmer.

L’ispirazione di base, industriale e meccanica, si ritrova anche nella musica del secondo capitolo, che è una sorta di making of a Messiah. Pare che Zimmer abbia cominciato a scrivere i temi del secondo film appena uscito il primo, senza sapere se sarebbe stato realizzato il secondo capitolo. È proprio nel sequel che la profondità di questo mondo sonoro viene esplorata al suo massimo, raggiungendo livelli di bellezza assoluti grazie alle immagini incredibili di Villeneuve.

Il tema d’amore di Dune 2.

Zendaya e Timothée Chalamet in una scena del secondo film.

Non ci resta che aspettare il concerto di domenica, magari riguardando alcuni di questi film che hanno fatto (anche) la storia della musica.

Questo evento è realizzato nell’ambito del programma di iniziative “L’Estate nei Parchi del Lazio” ed è finanziato dalla Regione Lazio.

Per approfondire:

hans zimmer concerti colonne sonore

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