Architetti e ingegneri
Costruzioni grandiose, opere di ingegneria che ancora oggi riempiono occhi e menti di numerosi studiosi e neofiti. Gli anticoncezionali romani sono le opere ingegneristiche della camera da letto.
Anticoncezionali romani
La grande libertà sessuale dei romani e l’età media molto bassa comportava che le gravidanze erano molto comuni. Non sappiamo con certezza se i romani usassero o meno il preservativo, sicuramente non era una pratica molto diffusa.
La società romana era fortemente maschilista, lo sperma per i romani aveva forza vitale. Questi sono i presupposti necessari affinché non venisse usato il preservativo per non parlare del coitus interruptus!
Il sesso anale proveniente dai bordelli greci non rientrava nel sesso uomo donna del mondo romano.
Quindi, quali erano?
Oltre alle lavande vaginali dopo i rapporti, si consigliavano delle sostanze che avrebbero creato un ambiente sfavorevole allo sperma come l’olio d’oliva rancido, olio di mirto, miele, cerussa (contenente carbonato basico di piombo utilizzato anche come pigmento bianco in pittura e conosciuto anche come Biacca).
I diaframmi dell’antichità erano tamponi in lana da inserire internamente prima da un rapporto e erano imbevuti si sostanze spermicide.
Ovviamente, erano tutti metodi a carico della donna.
L’aborto
Era già praticato in età romana, soprattutto nei casi di relazioni adulterine. I romani, popolo che aveva una legge quasi per tutto, non considerava il feto un essere animato, per cui non vi erano leggi tutelanti.
Il problema erano i medici, molti erano integralisti e seguivano alla lettera il giuramento di Ippocrate:
“…mai ad alcuna donna suggerirò prescrizioni che possano farla abortire, ma serberò casta e pura da ogni delitto sia la vita la mia arte…”
Alcuni erano estremante contrari, per altri era ammesso come terapia qualora la madre fosse stata in pericolo di vita. Non era un problema di religione, ma di etica professionale.
Se i medici nel praticare un aborto avessero provocato la morte della donna, sarebbero stati accusati di omicidio. Ad esempio, sotto Traiano c’era la Lex Cornelia de sicariis et veneficis, una legge che disciplinava i reati di omicidio, tra cui quelli di avvelenamento.