Tutto nasce da un sogno: incrementare i rapporti tra le persone, creare occasioni di incontro e parlare. È stato questo il desiderio da cui un anno e mezzo fa è nata a Morlupo l’associazione Donne in campo.
Donne in campo nasce come un progetto al femminile che si propone di diventare un centro di aggregazione e una rete di supporto per le donne. Conta già quasi una cinquantina di iscritti che si ritrovano una volta a settimana, di solito il giovedì o il venerdì sera, per uno dei tanti incontri che la presidente dell’associazione, Katia De Pasquale, ha organizzato.
I temi trattati sono vari perché nascono dalle esigenze e dai desideri dei soci stessi. Spesso, in questi incontri, sono loro stessi a parlare. «Molti non sono insegnanti» mi spiega la presidente «sono concittadini che hanno il desiderio di condividere una loro passione e sfruttano queste serate per farlo». Ecco così spiegate il proliferare di iniziative che oltre a creare un luogo di cultura e informazione diventano anche un momento per conoscersi e parlare.
Oltre a fare informazione, Donne in campo si ripropone di diventare una rete di sostegno per le donne. È per loro, più in difficoltà nel mondo del lavoro, che vengono realizzate molte delle iniziative. Secondo i dati forniti dall’Istat in Italia l’11,1% delle donne aventi almeno un figlio non ha mai lavorato proprio per prendersene cura, un valore alto rispetto alla media europea pari al 3,7%. I tassi di occupazione più bassi si registrano proprio tra le madri di bambini in età prescolare (53% per le madri con figli tra 0-2 anni e il 55,7% per quelle con i figli tra 3-5 anni). Inoltre la percentuale di chi resta fuori dal mercato del lavoro rimane più bassa per i padri rispetto agli uomini senza figli (rispettivamente 5,3% e 9,1%) e più alta per le madri (35,7% rispetto al 20,3%). Inoltre la mancanza di un’autonomia economica è ancora una delle principali cause della violenza contro le donne. Secondo i dati Istat nel 2014 sono l’1,2% le donne che hanno un partner che impedisce loro di gestire il proprio denaro e quello della famiglia, di conoscere l’ammontare del reddito familiare 0,9%, di utilizzare il bancomat 0,8%. Un dato rilevante se si pensa che nel 2006 erano lo 0,9%.
Nonostante Donne in campo sia una realtà giovane, è già possibile trovare delle forme di aiuto. Grazie alla collaborazione che l’associazione ha stretto con alcune cooperative e la convenzione con il centro Cefru di Civita Castellana molte donne potranno formarsi e iniziare a lavorare.
Tra gli obiettivi futuri c’è il desiderio di allargare la sede e, nell’ottica di fornire un aiuto più concreto a chi è in difficoltà, tenerla aperta più spesso.
Per riuscire in questo obiettivo c’è bisogno dell’aiuto di tutti. L’associazione è a disposizione di chi ha un sogno nel cassetto e di chi invece deve rimettersi in gioco. La presidente infatti conclude il nostro incontro proprio con un appello: «Venitecelo a dire quello che volete fare. Si può fare». E in fondo non è così lontano da credere, perché se Donne in campo è nata è proprio grazie all’ascolto di un sogno.
INFORMAZIONI E CONTATTI UTILI
Associazione Donne in campo
Corso Umberto 29, Morlupo
335 1577799 Katia De Pasquale
La pagina Facebook: Donne in campo