A poca distanza da Roma e molto vicino alla riserva naturale del Tevere, c’è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. E dove, se si fa attenzione, quando il sole tramonta il cielo si tinge di viola. Si tratta del paesaggio che si può ammirare proprio nei pressi dell’Abbazia di Farfa. Meta, tra l’altro, molto gettonata da chi decide di convolare a nozze vista la bellezza della chiesa costruita nel piccolo borgo. Il territorio è quello del comune di Fara Sabina e, quando si va a visitare, il tempo scorre lentamente: sembra di trovarsi quasi in un mondo parallelo, governato da leggi a noi sconosciute. Ed è proprio il colore viola ad ispirare questa descrizione della vita in Abbazia, non solo per i tramonti mozzafiato, ma anche per via delle tuniche dei sacerdoti. Il viola è infatti legato non solo ai periodi di avvento e quaresima, ma anche al pentimento che – se portato avanti con determinazione – porta alla remissione dei peccati, secondo la religione cattolica.
Un luogo del genere va ben oltre il credo, sia esso cattolico o di altra natura. Entrando nella chiesa, se si ha la fortuna di trovare un momento non troppo affollato, si può godere del silenzio che sembra risuonare in ogni angolo. Un silenzio rumoroso, ma pacifico. Le visite guidate organizzate dall’Abbazia sono estremamente interessanti, perché permettono alle persone di essere catapultate nel mondo antico del monastero benedettino, dove ad oggi vivono ancora pochi monaci. Il cuore del luogo sacro è senza dubbio la biblioteca, dove si possono ammirare volumi antichi scritti e decorati interamente a mano da parte dei monaci. Migliaia di pagine, testimonianze di una pratica antichissima che è quella dello scrivere e trascrivere il sapere a mano come non accade più da moltissimi anni. Ma quello che fa più effetto è pensare al tempo dedicato a questa scrittura elegante, raffinata, e alle bellissime decorazioni e miniature che si possono trovare all’interno delle pagine dei libri esposti. Una guida è presente per spiegare ogni dettaglio, ma la vera bellezza sta nell’osservare e pensare a come vivessero i frati alle origini, ovvero intorno al 500. Nel suo periodo di maggior potere, l’Abbazia teneva sotto il suo dominio circa 600 luoghi altrettanto sacri come chiese e monasteri, e diverse centinaia di villaggi. Ma come vive un monaco dell’Abbazia oggi? Ci si può fare questa domanda, mentre si passeggia nel chiostro e nei corridoi della costruzione. La vita monastica, lo dice il nome stesso, è fatta di preghiera silenzio e lavoro. Una modalità che sembra impensabile nella routine quotidiana di ognuno di noi, che tendenzialmente siamo portati a passare le giornate a ritmi velocissimi e altamente sostenuti. Quello che sorprenderà scoprire è che un monaco dell’Abbazia sacrifica la propria individualità non solo nel nome di un credo religioso, ma per mettere se stesso al servizio di una comunità che diventa una vera e propria famiglia. Il fulcro centrale che ne unisce i componenti è un lavoro di continua ricerca di Dio, sia essa di natura puramente mentale o anche pratica nelle azioni della vita quotidiana. Le attività a cui i monaci si dedicano possono essere di vario tipo, a partire dall’organizzazione della vita quotidiana della “famiglia benedettina” fino alla pulizia dei diversi spazi, passando per la revisione e il controllo dei testi da leggere nelle omelie. Lo spazio della preghiera è ovviamente importante, ma anche una semplice conversazione deve essere intesa come un personale arricchimento sempre nell’ottica di una ricerca interiore della divinità. È affascinante e allo stesso tempo conturbante pensare alle vite di queste persone, che hanno sacrificato tutto per la ricerca di qualcosa che secondo la loro visione del mondo va ben oltre l’essere umano stesso. Durante il periodo dell’Avvento le loro tuniche si colorano di viola mentre continuano la loro missione. Dalla mattina alle 5.25 questi monaci sono svegli e attivi nella loro giornata che termina altrettanto presto, non senza momenti di svago e condivisione. Immersi in un luogo incantato dalle albe e tramonti mozzafiato, questi uomini portano avanti uno stile di esistenza quasi fiabesco, proprio come i corridoi della costruzione in cui vivono e i vicoli del piccolissimo borgo che li ospita.