Oggi, 1 dicembre 2023 ricorre il centenario del primo disastro ingegneristico nelle Alpi: il crollo della diga del Gleno nella Val Camonica.
Il disastro è ben diverso dal più noto disastro nel Vajont, perché nel caso del Gleno la diga crollò. Alle ore 07:15 del 1 dicembre 6 milioni di metri cubi d’acqua, fango e detriti si riversarono nella Valle, dirigendosi verso il lago d’Iseo. Le conseguenze furono disastrose, ci furono 356 vittime e molte persone si ritrovarono senza dimora.
Ma cosa è successo?
Il 22 ottobre del 1923, il bacino si riempì a causa delle forti piogge, tra ottobre e novembre erano state notate delle perdite al bacino idrico, sopratutto lungo le arcate principali che non furono costruite direttamente sulla roccia come il resto della diga.
La costruzione
Il progetto della diga è dei primi del Novecento, quando si sentiva la necessità del progresso e la richiesta di energia elettrica cresceva. Per questo obbiettivo l’arco alpino si prestava bene alla costruzione delle dighe.
I lavori iniziarono nel 1907 e terminarono nel 1923, quattro mesi dopo l’inaugurazione la diga crollò. Ci sono molti fattori che hanno fatto crollare la diga, ma principalmente il crollo è stato a causa di motivi di tipo idraulico e strutturale:
- La diga aveva una capacità di invaso maggiore di quella autorizzata.
- In corso d’opera ci sono state della variazioni strutturali, denunciate anche dai numerosi crolli in corso di costruzione.
Inoltre, per la costruzione della diga sono stati usati materiali scadenti e mancavano una serie di altri caratteri strutturali che non sono stati rispettati.
La diga oggi
Oggi della diga rimangono solo gli alzati laterali che poggiavano sulla roccia. La Valle della Diga del Gleno è diventata meta turistica per gli appassionati della natura e del trekking.