“Il ragazzo e l’airone” è l’ultimo capolavoro del regista Hayao Miyazaki, uscito in Giappone il 14 luglio 2023 e a sorpresa è stato selezionato come film ne La Festa del Cinema di Roma e Alice nella Città. La proiezione è avvenuta ieri, in anteprima italiana, 23 ottobre alle ore 21 in contemporanea nell’Auditorium Parco della Musica e nell’Auditorium della Conciliazione, mentre alle 21:30 nel Cinema Giulio Cesare di Roma.
Le sale erano tutte piene, segno di quanto Miyazaki abbia lasciato ai suoi spettatori nel tempo. Un’attesa durata ben 10 anni dal suo ultimo film proiettato nelle sale, “Si alza il vento (2013)”.
Miyazaki ha preso in prestito il titolo del suo nuovo film Kimitachi wa Dō Ikiruka (“E voi come vivrete?”) dal romanzo omonimo di Yoshino Genzaburō (1937) che sua madre gli regalò quando era ragazzo. Dal libro il Maestro ha preso solo il titolo e lo spunto per un racconto che ricordano parte della sua infanzia.
Una guerra, pellicani, torri cadute dal cielo, uomini impazziti per aver letto troppi libri, un corridoio spazio temporale, questo è il nuovo film in cui si mescola mistero e magia. La storia di Mahito, un ragazzo di 12 anni che durante la Seconda Guerra Mondiale perde la madre in un incendio nell’ospedale. Mahito corre tra la gente, sfida le fiamme, il fuoco distorce il tutto rendendo la sequenza di immagini struggente e dolorosa. L’anno seguente si trasferisce con il padre in una villa fuori Tōkyō. La nuova situazione lo fa soffrire ma un airone insolente e parlante gli rivela che seguendolo potrà rivedere la madre. Una situazione che sa non essere reale, o forse non come Mahito se l’aspettava.
Tra WaraWara che cercano di nascere e pappagalli parrocchetti affamati, Mahito si catapulta in un altro mondo (di sotto), cercando di capire la verità.
La visione de “Il ragazzo e l’airone” sarà disponibile al Lucca Comics il 5 novembre 2023 e nelle sale di tutta Italia dal 1° gennaio 2024.
Un film che di certo non passa inosservato, una sorta di pot-pourri di tutte le sue opere passate, una sintesi che marca la fine di un viaggio durato quasi 40 anni nello Studio Ghibli. Finendo di vedere il film sono rimasta senza parole, un’emozione indescrivibile seguita da una malinconia generale della fine di un’era. A questo punto vi chiedo: E noi come vivremo?