Luis ormai starà gia seguendo il volo della Gabbianella giù nelle terre alla fine del mondo. Quelle dove a breve la donne che ha amato e i figli che da quegli amori sono nati, porteranno le sue ceneri. Diverrà tutt’uno con le pianure  brulle e ventose della Patagonia che ha narrato e fatto diventare parte di noi che lo abbiamo letto e amato. Si chiuderà così il cerchio della vita di uno scrittore grande, umile e gentile.

Luis conosceva il dolore della fine violenta di un sogno

Luis Sepùlveda aveva negli occhi il velo di chi conosce il dolore lancinante e perenne della fine violenta di un sogno. Aveva poco più di venti anni, un figlio appena nato, il grande amore della sua vita. Scriveva versi e voleva costruire un mondo migliore per sé e la sua gente nel Cile di Salvador Allende. Era uno di noi. Solo che a lui ed alla sua generazione, così come a noi, anche se indirettamente, la mattina dell’11 settembre 1973 fu strappato tutto. Il generale Augusto Pinochet, infame e traditore, bombardò il palazzo presidenziale con l’aiuto degli Stati Uniti. Il presidente borghese e medico che amava le donne ed il socialismo democratico non si arrese, ma fu sconfitto. Morì armi in pugno per difendere la democrazia.

Di quel giorno ha portato sempre una orribile cicatrice

Luis era una delle guardie del corpo di Allende, era alla Moneda quando fecero a pezzi i suoi sogni. E se questo accade che hai venti anni non lo dimentichi più. Mai più. Rimane per sempre una orribile cicatrice. Quel giorno, in un colpo solo, perse la donna amata,  il figlio e la sua terra. Venne catturato e torturato. Si salvò per l’intervento di Amnesty International e la Svezia si offrì di dargli ricovero e pace, ma lui scelse di fermarsi comunque in America latina. Luis detto Lucho, fuori dal Cile divenne un fuggitivo senza radici. Per anni rimase nel suo continente a combattere contro le ingiustizie del mondo, a fianco dei popoli andini. 

Il vecchio che leggeva romanzi d’amore

Alla fine approdò in Europa, in Germania, esausto ma vivo e continuò a combattere come marinaio di Greenpeace. Riprese a scrivere. Lo conoscemmo con “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, un inno alle lettura come antidoto alla solitudine e alla morte, elisir di lunga vita. Un romanzo bellissimo che dovrebbe essere adottato come libro di testo nelle scuole medie e superiori quale manuale di sopravvivenza, mai così attuale come oggi. Se ami leggere, se ami le storie non sei mai solo, puoi resistere e anche vincere. 

E venne il tempo della Gabbianella. Ora volerai. E il cielo sarà tutto tuo

Poi venne  il tempo della Gabbianella e del gatto Zorba  che le insegnò a volare. Una fiaba che fece innamorare grandi e piccini, che si inserì nel regno delle piu belle favole del mondo. Ne fu tratto un film di animazione che sconfisse e ruppe per un momento il monopolio Usa e giapponese. Sepùlveda continuò sempre a combattere contro Pinochet e contro gli infami, così li definì, che gli strinsero la mano lorda  di sangue e ruberie e che lo difesero, fino alla fine. Luis non si è mai arreso. Disse Zorba alla Gabbianella “Ora volerai. E il cielo sarà tutto tuo”. Così sia per te Luis.

 

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