L’incenerimento con recupero energetico, rispetto a quello tradizionale, è utilizzato in misura nettamente maggiore dalla Comunità Europea, attestando una percentuale media di utilizzo tra gli Stati membri del 28%.
Negli articoli precedenti sono state viste le percentuali più esplicative di riciclaggio e di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani relative ad alcuni Stati appartenenti all’Unione Europea. Per quanto queste due modalità di trattamento dei rifiuti siano in fin dei conti quelle maggiormente usate in Europa, alcuni Stati membri ne utilizzano anche una terza tipologia: l’incenerimento.
Per via dell’impatto negativo che ha sul riscaldamento globale, l’incenerimento tradizionale è senza dubbi una soluzione poco sostenibile per liberare spazio in discarica. Nonostante gli impianti di incenerimento sfruttino filtri capaci di trattenere gran parte degli inquinanti emessi durante la combustione, questa tipologia di trattamento ha da sempre suscitato diverse controversie. Infatti, i filtri esausti dal processo devono poi essere stoccati e smaltiti in discarica, rendendo l’intero processo ancora meno sostenibile. È proprio per via di questi nei che negli ultimi anni tale procedura di smaltimento ha fatto registrare un trend negativo, venendo compensato da altre modalità di trattamento.
Fortunatamente, secondo i dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), ad oggi l’incenerimento tradizionale ricopre una percentuale marginale rispetto al totale dei rifiuti trattati in Europa. Nel 2018 lo Stato che ha incenerito più rifiuti è stata la Gran Bretagna con il 3%, seguita da Polonia e Albania con il 2% e, a soglia 1%, da Germania, Paesi Bassi, Belgio, Italia, Slovacchia e Slovenia. Gli Stati membri restanti, invece, hanno fatto a meno di questa modalità di smaltimento.
Ad ogni modo, con particolari tipi d’impianto l’incenerimento dei rifiuti può garantire un recupero energetico, rendendo l’intero processo molto più sostenibile. L’incenerimento con recupero energetico, differentemente da quello tradizionale, è utilizzato dalla Comunità Europea in misura nettamente maggiore, attestando una percentuale media di utilizzo tra gli Stati Membri del 28%. Per alcuni Stati, specialmente nel nord Europa, questa tipologia di trattamento rappresenta la modalità preponderante, o quasi, rispetto al totale dei rifiuti trattati.
Tra i Paesi che maggiormente utilizzano l’incenerimento con recupero energetico spiccano la Finlandia con il 57% rispetto al totale di rifiuti urbani, la Svezia con il 53%, la Norvegia con il 51%, la Danimarca con il 49%, la Svizzera con il 48% e così via. L’Italia, seppur non poggiandosi principalmente ai sistemi di recupero energetico, smaltisce circa il 20% dei rifiuti urbani attraverso questa modalità di trattamento.
Differentemente, Stati più meridionali come Turchia, Serbia, Malta, Montenegro e Croazia non utilizzano affatto questo sistema di smaltimento. Non è un caso che siano proprio questi Stati ad utilizzare in larga parte (Croazia), o addirittura totalmente (Serbia), le discariche come sistema di stoccaggio dei rifiuti urbani. Per quanto l’incenerimento con recupero energetico rappresenti una risorsa non pienamente sostenibile è pur sempre una modalità di trattamento dei rifiuti intelligente e quasi sempre preferibile allo stoccaggio in discarica.