Lo scorso 24 giugno negli Stati Uniti è stata cancellata la sentenza Roe vs. Wade, che da cinquant’anni garantiva il diritto di abortire a tutte le donne nel Paese.
Adesso ogni Stato americano potrà legiferare sul diritto all’aborto e introdurre delle restrizioni fino ad abolirlo del tutto. Per molte donne sarà difficile e costoso interrompere la gravidanza se abitano in uno Stato che non lo permette e questo genererà ulteriori disparità sociali.
Ma in Italia a che punto siamo?
Oggi in Italia la donna può richiedere l’IVG entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Dal 1978 questo intervento è regolamentato dalla Legge 194/78 che descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso di richiesta di interruzione di gravidanza:
- esame delle possibili soluzioni dei problemi proposti;
- aiuto alla rimozione delle cause che porterebbero all’interruzione della gravidanza;
- certificazione;
- invito a soprassedere per sette giorni in assenza di urgenza, sia entro che oltre i primi 90 giorni di gravidanza.
Esistono due tecniche per l’IVG:
- metodo farmacologico;
- metodo chirurgico.
Tutte le donne che desiderano interrompere la gravidanza possono telefonare o recarsi direttamente presso un consultorio familiare. In tutte le fasi è garantita massima riservatezza nei confronti della paziente.
Sedi consultori ASL Roma 4
Elenco dei consultori familiari pubblici dove vengono svolti i colloqui con la donna, per l’eventuale certificazione per IVG e i controlli/colloqui post IVG.
I dati
Secondo la Relazione Ministro Salute per la legge 194/78 trasmessa al Parlamento l’8 giugno 2022 (riferimento ai dati definitivi del 2020), nella Regione Lazio il 67,7% dei ginecologi, il 54,8% degli anestesisti e il 29,2% del personale non medico è obiettore di coscienza.
Sebbene esista una legge a garantire l’interruzione volontaria di gravidanza, molto spesso è il personale sanitario a impedirne l’attuazione. L’opinione contrastante da parte dei professionisti rende l’operazione demoralizzante e umiliante per la dignità della donna.
Esistono varie testimonianze sul web di donne che decidono di abortire e le problematiche riscontrate sono: tempi di attesa lunghi oppure difficoltà nel trovare un medico non obiettore di coscienza. Alcune donne si trovano nella situazione di dover aspettare oltre i canonici sette giorni per “riflettere della loro scelta” e successivamente essere giudicate per la loro decisone finale.
Dalla legge 194/78 sorgono varie criticità durante tutto l’iter dell’IVG generando confusione e sconforto nei confronti della donna.
Sarebbe probabilmente necessario che questa legge sia rivista o in alternativa fatta rispettare. In tutte e due i casi, è indispensabile garantire un percorso sereno.