“Scusate, vi volevo solo ringraziare, sono il regista del film e il direttore mi ha chiamato per dirmi che la sala era piena”. La proiezione di Mia, al Cinema Adriano, è finita da pochi minuti. Ivano De Matteo coglie tutti di sorpresa, con la sua voce quasi timida, emozionata, felice. Perché la sua pellicola, con Edoardo Leo, Milena Mancini e lo straordinario esordio di Greta Gasbarri, è un successo. “Siamo contenti innanzitutto da genitori, prima ancora che come autori. Perché di certe cose si deve parlare”.
La storia è quella di Mia, ragazza di quindici anni. Una vita normale, i balletti su TikTok, il rossetto messo di nascosto, le versioni di greco, gli allenamenti di pallavolo, le chiamate con le amiche. Poi arriva Marco, vent’anni, il fascino del più grande, del ribelle. Entra nella sua vita e in quella di Sergio e Valeria, i suoi genitori, e la sconvolge, la trasforma, la rovina.
“Questo film l’ho scritto con la mia compagna (Valentina Ferlan, ndg), ma in alcuni passaggi anche con i nostri figli. Siamo partiti proprio da una confessione di nostri amici, che hanno una figlia dell’età del nostro ragazzo. Non usciva più di casa, era stata distrutta psicologicamente, non si truccava più, non andava a scuola, non usciva se non con il suo fidanzato. Prima si parlava di revenge porn, ora di gaslighting, questa pratica manipolatoria e psicologica che consiste nell’ingannare, nello sviare qualcuno, per distruggere la personalità di una ragazza, di una donna”.
Un film struggente e durissimo, che parla ai genitori, ai grandi, agli adulti, ma soprattutto ai ragazzi. “Stiamo facendo tantissime proiezioni nei licei, proiezioni particolari: in una sala mettiamo i genitori, nell’altra i figli e poi ci uniamo, parliamo insieme a una psicoterapeuta. Parliamo ed escono cose che a casa non uscirebbero”. In questi giorni Ivano De Matteo e il suo cast sono stati al Liceo Classico Luciano Manara, a Roma, continueranno al Primo Levi. A Guidonia invece in un polo scolastico sono riusciti a coinvolgere oltre 1800 studenti.
“E vengono fuori tante tante storie, tante cose che i ragazzi non riescono a raccontare a casa e che invece hanno raccontato a Edoardo Leo, a Milena Gasbarri, a me. Parlare è importante, anche tra amici, spero che ci siano tante “Anne”, (nel film interpretata da Alessia Manicastri, ndg) tante amiche, di quelle che ti portano fuori casa, che si accorgono che c’è qualcosa che non va, che riescono a dire “Come stai?””.
È questo, forse, il grande insegnamento del film (di cui avevamo parlato in questo articolo). Un film che fa stare male, che fa uscire dalla sala con un groviglio nello stomaco, con la sensazione di voler fare qualcosa, di dover fare qualcosa. “Parlare è fondamentale – continua ancora Ivano Di Matteo – il suicidio è la seconda causa di morte nei ragazzi dopo l’incidente stradale. Parlate, parlatevi, guardatevi negli occhi, dal vivo. Perché dal vivo non puoi mettere filtri, non puoi mettere lentiggini, facce. Gli occhi non mentono mai”.
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